1918: Vittoria!
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1918: Vittoria!
Nonostante la subdola propaganda disfattista dei social – comunisti che tendeva a convincere le masse popolari e combattenti che la guerra non si poteva decidere sui campi di battaglia, ma con un compromesso che non lasciasse ne vincitori né vinti.
Malgrado l’ignominia della Russia artefice d’una vergognosa defezione, che la spinge a concludere colla Germania la pace separata firmata a Brest-Litowski il 3 marzo 1917, sostanzialmente rafforzando le truppe del Kaiser.
La guerra che veniva presentata, agli occhi del popolo, come la guerra dei << signori >>, sugli alti piani e sul Piave, affermava, tutto il popolo italiano dinanzi al mondo, la sua meravigliosa rinascita, la sua gloriosa maturità storica.
Là i soldati d’Italia hanno ben fulgidamente dimostrato di aver compreso la tragica necessità della resistenza e del sacrificio.
A questi figli prediletti ancora oggi la Patria deve la più grande gratitudine, non formulata soltanto nelle frasi retoriche, ma concretamente nelle realtà quotidiane della vita.
Camerati!
Diamo a loro sempre più e sempre meglio le nostre energie, le nostre anime, le nostre ricchezze: mostriamoci degni – per la concordia degli animi, per il fervore delle opere, per l’austerità del costume – del sacro olocausto di sangue, che i giovani nostri fratelli hanno compiuto in ogni eroica azione compiuta con sublime tenacia. Cosi, come i combattenti di tutte le guerre, dimostrarono la loro fede ben salda nei loro cuori; noi nel loro ricordo auspichiamo che ovunque, nel paese e nel mondo, soldati e cittadini, tutti – nelle parole e negli atti – dimostrino come ormai si possano considerare reliquie le manifestazioni intese ad eccitare verso il compimento del più santo dei doveri: servire la Patria.
Nel più grave raccoglimento, saldi i cuori nei più virili propositi, oggi 4 novembre inchiniamoci, o fratelli, ai caduti per una nuova vittoria italica!
A coloro che – ufficiali, soldati o borghesi – in queste ore si trovano a servire il paese, in lunghi dai disagi e dai rischi supremi, facciamo sentire più che mai la nostra riconoscenza, ricordando chi sta soffrendo la lontananza della Patria o per essa è morto, compiendo il più alto e nobile dovere nel nome della solidarietà. Servendo inconsciamente interessi di governi stranieri, che con l’aiuto di pochi traditori stanno occupando il suolo patrio, difeso sino all’estremo dagli eroici soldati delle Repubblica Sociale Italiana.
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