In Basilicata, come in Sicilia nel 2012, la maggioranza degli elettori disertano le urne.
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In Basilicata, come in Sicilia nel 2012, la maggioranza degli elettori disertano le urne.
É da dopo l'elezioni politiche che le formazioni di destra cercano di rifondare un unico partito d'area. Per questo sull’intero territorio nazionale si sono svolti convegni di ogni genere, fino al 9 novembre, giorno della grande manifestazione di Roma che doveva sancire la rinascita di An.
Ma i leader delle micro formazioni di destra, come sempre dicono una cosa e ne fanno un'altra, con il solo scopo di restare incollati nelle proprie poltrone, a dimostrarlo vi è la regione Basilicata, dove domenica 17 e lunedì 18 novembre 2013 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale.
Come nel Lazio anche in Basilicata si è tornati al voto per le dimissioni del Presidente della regione, dimissioni successive alle indagini della magistratura su “rimborsopoli”, Le spese pazze dei gruppi consiliari.
Elezioni che hanno visto, il tentativo non riuscito di presentare – finalmente - un candidato presidente di destra. Una avventura che vedeva impegnati i rappresentanti de “La Destra” di Storace e della “Fiamma Tricolore” di Romagnoli, mentre Io Sud, e FlL (presenti alla manifestazione di Roma) si sono defilati. Sembra che, quello che i leader, chiamano sofferenze si sia infranto sul nascere. C’è da chiedersi a cosa sono servite le tante parole di quest’estate, ormai consegnate al vento. Non doveva nascere il partito unico della Destra, non si dovevano mettere da parte i vecchi rancori? Nulla è stato fatto, eppure poteva essere questa l’occasione giusta per ritrovare parte dell’elettorato, ormai perso perlopiù nell’astensionismo.
Purtroppo l’esser soli e ignoranti della legislazione elettorale, ha portato i delegati di lista alla presentazione delle candidature su uno stampato non aggiornato, come voleva la rigorosa legge n. 235/2012, sull’ammissione dei candidati alle regionali, per questo la lista è stata ricusata nella Circoscrizione elettorale di Potenza, mentre la Commissione Circoscrizionale elettorale di Matera, l’accolta con l’inserimento di un documento integrativo, consentendo così la partecipazione dei candidati alla campagna elettorale (ovviamente venendo meno, però, la lista regionale è decaduta anche la lista provinciale di Matera).
Inutili sono risultati i ricorsi alla Corte di appello al TAR Basilicata e al Consiglio di Stato, tutti organismi composti da professionisti esperti e capaci, per confutare tesi sulla estromissione, i quali non hanno permesso agli elettori di trovare sulla scheda il simbolo che si richiamava al candidato Presidente della destra in Basilicata, Leonardo Rocco Tauro, anche se 1100 elettori avevano sottoscritto i moduli per l'ammissione della sua candidatura.
Con lui sono rimasti esclusi: Antonino Laveglia, Vincenzo Francesco Mancusi, Luigi Modrone; lista provinciale collegata: Vincenzo Francesco Mancusi, Maria Anna Rosa Camardese, Giuseppe Fossa, Stefania D’Ottavio, Luigi Modrone, Sergio Manicone, Antonella Astrella, Dalila Chiurazzi, per non essersi lasciati ammagliare dal centrodestra, belusconiano, come ha fatto Luciano Petrullo (provenienza FLI), e i candidati del "Laboratorio Basilicata" Giuseppe Del Giudice, Mario Di Nuzzo, Michele Di Trani, Rocco Faraone, Angelo Masi, Alfonso Ernesto Navazio, Federico Pagano, Michele Paolucci, Gianni Rosa, Anna Maria Calabrese, impigliati all'interno di un simbolo nel quale spiccava la triade “Scelta Civica”, “grande Sud” e “Fratelli d'Italia”, simbolo collegato al candidato presidente, Tito Di Maggio (senatore di Scelta Civica), in rappresentanza del berlusconismo .
Senza vergogna Gianni Rosa, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, unico eletto per la triade, nei giorni precedenti alla presentazione delle liste aveva dichiarato: “presentarsi da soli significava far vincere il centrosinistra”. Affermazione dal sapore amaro constatato il risultato ottenuto dal centrodestra berlusconiano, appena 50.904 voti, ai quali vanno inclusi i 12.033 voti riportati dal loco della triade.
Diciamo che nonostante tutto un fatto positivo in queste elezioni c'è stato, l’aumento dell’astensione degli elettori liberi, infatti, dal 62,80 % del 2010, si e scesi ad appena il 47,60 % dei votanti di quest’anno. A recarsi ai seggi, purtroppo, continuano ad essereo i soliti sinistri che, ancora una volta hanno consegnando la vittoria al candidato del Centrosinistra, con 139.607 voti, nonostante Sel (12.204 voti), Comunisti per i lavoratori, (1.178 voti), e i Radicali (1.215 voti), correvano con propri candidati alla Presidenza della regione.
È utile ricordare che in queste elezioni i partiti della sinistra complessivamente hanno ottenuto 151.774 voti, quelli di destra 50.904, e altri, compreso Grillo 23.388, mentre nelle elezioni del 28 marzo 2010, la sinistra ottenne 217.643 voti, il centrodestra 89.213 voti, gli altri senza Grillo, 14.242 voti. In due anni, questa falsa “democrazia” ha perso un altro terzo di consenso, per questo necessitano urgentemente iniziative capaci di raccogliere l’astensione, per consegnare alla nostra Italia una vera Democrazia Partecipata.
È necessario cacciare gli usurpatori dal Tempio, dando corso ad un percorso che restituisca dignità al popolo, liberandolo dal clientelismo e dal bisogno, dove merito e giovinezza si intrecciano per sconfiggere l’attuale schiavitù, imposta dal liberalismo e con esso dalla mondializzazione.
Ma i leader delle micro formazioni di destra, come sempre dicono una cosa e ne fanno un'altra, con il solo scopo di restare incollati nelle proprie poltrone, a dimostrarlo vi è la regione Basilicata, dove domenica 17 e lunedì 18 novembre 2013 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale.
Come nel Lazio anche in Basilicata si è tornati al voto per le dimissioni del Presidente della regione, dimissioni successive alle indagini della magistratura su “rimborsopoli”, Le spese pazze dei gruppi consiliari.
Elezioni che hanno visto, il tentativo non riuscito di presentare – finalmente - un candidato presidente di destra. Una avventura che vedeva impegnati i rappresentanti de “La Destra” di Storace e della “Fiamma Tricolore” di Romagnoli, mentre Io Sud, e FlL (presenti alla manifestazione di Roma) si sono defilati. Sembra che, quello che i leader, chiamano sofferenze si sia infranto sul nascere. C’è da chiedersi a cosa sono servite le tante parole di quest’estate, ormai consegnate al vento. Non doveva nascere il partito unico della Destra, non si dovevano mettere da parte i vecchi rancori? Nulla è stato fatto, eppure poteva essere questa l’occasione giusta per ritrovare parte dell’elettorato, ormai perso perlopiù nell’astensionismo.
Purtroppo l’esser soli e ignoranti della legislazione elettorale, ha portato i delegati di lista alla presentazione delle candidature su uno stampato non aggiornato, come voleva la rigorosa legge n. 235/2012, sull’ammissione dei candidati alle regionali, per questo la lista è stata ricusata nella Circoscrizione elettorale di Potenza, mentre la Commissione Circoscrizionale elettorale di Matera, l’accolta con l’inserimento di un documento integrativo, consentendo così la partecipazione dei candidati alla campagna elettorale (ovviamente venendo meno, però, la lista regionale è decaduta anche la lista provinciale di Matera).
Inutili sono risultati i ricorsi alla Corte di appello al TAR Basilicata e al Consiglio di Stato, tutti organismi composti da professionisti esperti e capaci, per confutare tesi sulla estromissione, i quali non hanno permesso agli elettori di trovare sulla scheda il simbolo che si richiamava al candidato Presidente della destra in Basilicata, Leonardo Rocco Tauro, anche se 1100 elettori avevano sottoscritto i moduli per l'ammissione della sua candidatura.
Con lui sono rimasti esclusi: Antonino Laveglia, Vincenzo Francesco Mancusi, Luigi Modrone; lista provinciale collegata: Vincenzo Francesco Mancusi, Maria Anna Rosa Camardese, Giuseppe Fossa, Stefania D’Ottavio, Luigi Modrone, Sergio Manicone, Antonella Astrella, Dalila Chiurazzi, per non essersi lasciati ammagliare dal centrodestra, belusconiano, come ha fatto Luciano Petrullo (provenienza FLI), e i candidati del "Laboratorio Basilicata" Giuseppe Del Giudice, Mario Di Nuzzo, Michele Di Trani, Rocco Faraone, Angelo Masi, Alfonso Ernesto Navazio, Federico Pagano, Michele Paolucci, Gianni Rosa, Anna Maria Calabrese, impigliati all'interno di un simbolo nel quale spiccava la triade “Scelta Civica”, “grande Sud” e “Fratelli d'Italia”, simbolo collegato al candidato presidente, Tito Di Maggio (senatore di Scelta Civica), in rappresentanza del berlusconismo .
Senza vergogna Gianni Rosa, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, unico eletto per la triade, nei giorni precedenti alla presentazione delle liste aveva dichiarato: “presentarsi da soli significava far vincere il centrosinistra”. Affermazione dal sapore amaro constatato il risultato ottenuto dal centrodestra berlusconiano, appena 50.904 voti, ai quali vanno inclusi i 12.033 voti riportati dal loco della triade.
Diciamo che nonostante tutto un fatto positivo in queste elezioni c'è stato, l’aumento dell’astensione degli elettori liberi, infatti, dal 62,80 % del 2010, si e scesi ad appena il 47,60 % dei votanti di quest’anno. A recarsi ai seggi, purtroppo, continuano ad essereo i soliti sinistri che, ancora una volta hanno consegnando la vittoria al candidato del Centrosinistra, con 139.607 voti, nonostante Sel (12.204 voti), Comunisti per i lavoratori, (1.178 voti), e i Radicali (1.215 voti), correvano con propri candidati alla Presidenza della regione.
È utile ricordare che in queste elezioni i partiti della sinistra complessivamente hanno ottenuto 151.774 voti, quelli di destra 50.904, e altri, compreso Grillo 23.388, mentre nelle elezioni del 28 marzo 2010, la sinistra ottenne 217.643 voti, il centrodestra 89.213 voti, gli altri senza Grillo, 14.242 voti. In due anni, questa falsa “democrazia” ha perso un altro terzo di consenso, per questo necessitano urgentemente iniziative capaci di raccogliere l’astensione, per consegnare alla nostra Italia una vera Democrazia Partecipata.
È necessario cacciare gli usurpatori dal Tempio, dando corso ad un percorso che restituisca dignità al popolo, liberandolo dal clientelismo e dal bisogno, dove merito e giovinezza si intrecciano per sconfiggere l’attuale schiavitù, imposta dal liberalismo e con esso dalla mondializzazione.
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