Decadenza di Berlusconi: chi di spada colpisce di spada perisce!

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Decadenza di Berlusconi: chi di spada colpisce di spada perisce! Empty Decadenza di Berlusconi: chi di spada colpisce di spada perisce!

Messaggio  Admin Mer 27 Nov 2013, 23:12

Decadenza di Berlusconi: chi di spada colpisce di spada perisce! Decade10

Il 27 novembre 2013, per il Silvio segna il giorno della fine politica, potrà, sbraitare ancora per qualche mese ma ormai è finita, costretto dalla magistratura a smettere di prendere in giro tanti ingenui italiani, servendosi, come ampiamente dimostrato dagli alfaniani, di un esercito di approfittatori. Ad aiutare i partiti della sinistra oltre ai magistrati ha contribuito proprio “l’ex delfino” Alfano, che per restare comodamente incollato alla poltrona di Vice premier, ha tradito il vecchio padrone, garantendo il 2 ottobre 2013, la fiducia al governo Letta, a trazione sinistroide, mossa che ha costretto “il pagliaccio” e i suoi fedelissimi a seguirlo nella riconferma della fiducia al governo, che intendeva fortemente sfiduciare.
Quello che resterà dopo la decadenza da senatore, forse, è lo stesso Berlusconi, traffichino e trafficante, che finanzio con 100.000.000 di lire la scissione del M.S.I. sostenendo la nascita di “Democrazia nazionale”, la quale solo grazie all’impegno dei militante missini alle elezioni politiche (1979) fece la stessa fine di “Futuro e Libertà” (elezioni 2013) di finiana memoria.
Berlusconi è il politico che per fare i propri interessi, con i suoi denari, ha comprato senatori e deputati per togliere la fiducia a governi della sinistra o per garantirla ai suoi governi; l’uomo condannato definitivamente per frode fiscale a quattro anni, e per questo dichiarato dalla maggioranza dei suoi colleghi senatori (con oltre un mese di ritardo) decaduto dalla carica di Senatore. Un uomo condannato in prima istanza a sette anni, per il Bunga Bunga, con (sprovvedute) furbe ragazzine.
L'uomo del sesso e del potere, due cose che insieme gli sono risultate funeste, anche perché si sentiva onnipotente.
Molti italiani l'hanno seguito convinti che fosse un uomo onesto, che si è fatto da se (con facilità), come affermato dalla rivista americana Forbes “capace di accumulare un patrimonio personale di 6,2 miliardi di dollari USA, facendone nel 2013, il settimo uomo più ricco d’Italia e il 194° del mondo”.

Come ha fatto il primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, (il padre era impiegato alla Banca Rasini, della quale nel 1957 divenne procuratore generale) a raggiungere un cosi grande successo economico, visto le sue iniziali (giovanili) e saltuarie esperienze lavorative come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera o come venditore porta a porta di scope elettriche, sarebbe inspiegabile se non si tenesse conto, della sua spiccata capacità al ruffianismo (vedi: i rapporti con Bettino Craxi, leader di un importante partito della sinistra italiana; l'adesione alla setta massonica P2, tessera n.1816; dalle conoscenze mafiose, lo conferma la presenza di Mangano, - condannato per mafia nella sua villa -. Era questo passato che lo spinse ad entrare in politica non certo l'anticomunismo o la libertà di noi italiani.
Berlusconi, è stato un essere senza principi e moralità, che non ha mai avuto alcuna comunanza con l'etica, infatti, dopo essersi sposato nel marzo del 1965, con Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, ricorreva il sesso facile, nel 1980 conobbe Veronica Lario (in arte Miriam Bartolini), con la quale intraprese una relazione extraconiugale permanente. Dopo il divorzio, nel 1990 la sposo con il rito civile. La Lario, aveva per anni vissuto il ruolo d’amante, accettando di vivere per un lungo periodo insieme alla madre in uno spazio, messo a loro disposizione, presso la sede operativa della Fininvest, scandalizzata per il comportamento del marito, che continuava a rincorrere a giovinette «...figure di vergini che si offrono per rincorrere il successo, la notorietà e la tranquillità economica», il 2 maggio 2009 affidava ad un avvocato l’incarico di presentare richiesta di separazione. Scordando che per prima fu lei a concedesi, al mostro che accusa, affermando: «Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni».
Di contro, Berlusconi giura sulla testa dei suoi figli di non aver mai avuto relazioni "sessuali" con minorenni, e che se stesse mentendo si sarebbe immediatamente dimesso da Capo del Governo, (uno spergiuro fatto sulla testa dei propri figli, come dimostrato dalla “momentanea” sentenza di primo grado, emessa il 24 giugno 2013, che lo condanna a 7 anni di reclusione per concussione, costrizione e favoreggiamento alla prostituzione minorile nonché all’interdizione perpetua dai pubblici uffici).
La stampa aveva anticipato i suoi trascorsi scrivendo sui casi:
 “Carfagna, che da showgirl fu elevata a ministro delle Pari Opportunità”;
 Noemi, Berlusconi, da Presidente dei Ministri si reco alla festa del diciottesimo compleanno nella cittadina di Portici,
 D’Addario, un escort, offerta a Berlusconi dall’imprenditore Giapaolo Tarantino, la quale, nell’ ottobre 2008, registra gli incontri sessuali, mettendo in seguito quelle registrazioni a disposizione della Procura di Bari;
 El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, una “prostituta” minorenne fermata per furto nel 2010 a Milano, che fa registrare il diretto interessamento di Berlusconi, il quale telefono in questura sostenendo che la giovane fosse la nipote dell'allora presidente egiziano Hosni MubaraK (fatto poi dimostratosi del tutto falso) (la ragazza dichiarò di essere stata più volte ospite di Berlusconi presso la sua residenza di Arcore ricevendo in tali occasioni grandi somme di denaro).

Nel dicembre del 2012, giunge la sentenza di separazione non consensuale depositata al tribunale di Milano che pone fine al matrimonio con La Lario e fissa (per l’ex attricetta) in 3 milioni di euro mensili l'assegno di mantenimento che Berlusconi dovrà versargli.
Come poteva questo individuo, che dispone di oltre ottomilioni di euro al mese, governare e comprendere i bisogni delle famiglie italiane?
Questo essere senza scrupoli:
 negli anni 70 attraverso l’avv. Cesare Previti, tutore legale fino alla emancipazione della figlia dello scomparso marchese Camillo, imbroglia Annamaria Casati Stampa di Soncino pagandogli la settecentesca Villa San Martino (divenuta sua l’abituale residenza), insieme ad alcuni terreni circostanti 750 milioni di lire. Nel 1983 la Cariaplo accetta la su detta villa come garanzia per un prestito di circa 7 miliardi di lire;
 Nel 1982 il gruppo si allarga con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all'epoca controllato dall'editore Mario Formenton).
 Nel campo editoriale diventa, ed è, il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori (in cui è confluita negli anni novanta la Silvio Berlusconi Editore, fondata negli anni ottanta e attiva nella stampa periodica, che comprò Tv Sorrisi e Canzoni con una manovra che causerà un contenzioso (vedi Lodo Mondatori), che ha visto condannare l'avv. Cesare Previti per corruzione giudiziaria , e successivamente MediaSet al pagamento di oltre 500.000.000,00 di euro al gruppo De Benedetti.

L’APPROVAZIONE DI CONTINUE LEGGI AD PERSONAM, non ha impedito che dopo oltre undici anni giungesse il giorno della condanna. Il processo riguardava una frode fiscale da 7,3 milioni di euro ai diritti Tv Mediaset degli anni 2002 – 2003, l’uno agosto 2013, la Corte di Cassazione ha confermato i quattro anni di reclusione (di cui tre coperti dall’indulto), inflittagli nelle precedenti sentenze e richiesto la rideterminazione della condanna all’interdizione dai pubblici uffici, condanna che la Corte d’Appello di Milano ha ridotto da 5 a 3 anni.
Era sufficiente la condanna all’interdizione per giungere alla sua decadenza dalla carica di senatore, e risparmiare agli italiani 4 mesi di inutile farsa politica.
L’ex premier, ormai pregiudicato, in uno dei suoi messaggi televisivi, ha affermato: “nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi che non avevano fondamento è un vero e proprio accanimento giudiziario, l’ultima, ….è una sentenza fondata sul nulla assoluto che mi toglie la mia libertà personale e i miei diritti politici. Questa prima condanna definitiva gli ha offuscato la mente, forse per questo ha dimenticato, che con il suo liberismo ha portato il nostro Paese all’assoluto sfascio. Pensando, con l’aiuto di Fini e Casini, solo a promulgare leggi ad personam.
Ecco le più importanti.
1. Decreto Biondi (1994). Approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I, vieta la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, comprese la corruzione e la concussione,
2. Gip-Gup (1999). Berlusconi e Previti, imputati per corruzione di giudici romani (processi Mondadori, Sme-Ariosto e Imi-Sir), vogliono liberarsi del gip milanese Alessandro Rossa-to, che ha firmato gli arresti dei magistrati corrotti e degli avvocati Fininvest Pacifico e Acampora, ma ha pure disposto l’arresto di Previti (arresto bloccato dalla Camera, a maggioranza Ulivo). Ora spetta a Rossato, in veste di Gup, condurre le udienze preliminari dei tre processi e decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura di Milano. Udienze che iniziano nel 1999. Su proposta dell’on. avv. Guido Calvi, legale di Massimo D’Alema, il centrosinistra approva una legge che rende incompatibile la figura del gip con quella del gup: il giudice che ha seguito le indagini preliminari non potrà più seguire l’udienza preliminare e dovrà passarla a un collega, che ovviamente non conosce la carte e perderà un sacco di tempo. Così le udienze preliminari Imi-Sir e Sme, già iniziate dinanzi a Rossato, proseguono sotto la sua gestione e si chiuderanno a fine anno con i rinvii a giudizio degli imputati. Invece quella per Mondadori, non ancora iniziata, passa subito a un altro giudice, Rosario Lupo, che proscioglie tutti gli imputati per insufficienza di prove (poi, su ricorso della Procura, la Corte d’appello li rinvierà a giudizio tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi, dichiarato prescritto grazie alle attenuanti generiche).

3. Rogatorie (2001). Nel 2001 Berlusconi torna a Palazzo Chigi e fa subito approvare una legge che cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C. Da mesi i legali suoi e di Previti chiedono al tribunale di Milano di cestinare quei bonifici bancari svizzeri perché mancano i numeri di pagina, o perché si tratta di fotocopie senza timbro di conformità, o perchè sono stati inoltrati direttamente dai giudici elvetici a quelli italiani senza passare per il ministero della Giustizia. Il Tribunale ha sempre respinto quelle istanze. Che ora diventano legge dello Stato. Con la scusa di ratificare la convenzione italo-svizzera del 1998 per la reciproca assistenza giudiziaria (dimenticata dal centrosinistra per tre anni), il 3 ottobre 2001 la Cdl vara la legge 367 che stabilisce l’inutilizzabilità di tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano “in originale” o “autenticati” con apposito timbro, che siano giunti via fax, o via mail o brevi manu o in fotocopia o con qualche vizio di forma. Anche se l’imputato non ha mai eccepito sulla loro autenticità, vanno cestinati. Poi, per fortuna, i tribunali scoprono che la legge contraddice tutte le convenzioni internazionali ratificate dall’Italia e tutte le prassi seguite da decenni in tutta Europa. E, siccome quelle prevalgono sulle leggi nazionali, disapplicano la legge sulle rogatorie, che resterà lettera morta.


4. Falso in bilancio (2002). Siccome Berlusconi ha cinque processi in corso per falso in bilancio, il 28 settembre 2001 la sua maggioranza approva la legge-delega numero 61 che incarica il governo di riformare i reati societari. Il che avverrà all’inizio del 2002 con i decreti delegati che: abbassano le pene da 5 a 4 anni per le società quotate e addirittura a 3 per le non quotate (prescrizione più breve, massimo 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per le non quotate; e niente più custodia cautelare né intercettazioni); rendono il falso per le non quotate perseguibile solo a querela del socio o del creditore; depenalizzano alcune fattispecie di reato (come il falso nel bilancio presentato alle banche); fissano amplissime soglie di non punibilità (per essere reato, il falso in bilancio dovrà superare il 5% del risultato d’esercizio, l’1% del patrimonio netto, il 10% delle valutazioni. Così tutti i processi al Cavaliere per falso in bilancio vengono cancellati: o perché manca la querela dell’azionista (B. non ha denunciato B.), o perché i falsi non superano le soglie (“il fatto non è più previsto dalla legge come reato), o perché il reato è ormai estinto grazie alla nuova prescrizione-lampo.

5. Mandato di cattura europeo (2001). Unico fra quelli dell’Unione europea, il governo Berlusconi II rifiuta di ratificare il “mandato di cattura europeo”, ma solo relativamente ai reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione . Secondo “Newsweek”, Berlusconi “teme di essere arrestato dai giudici spagnoli” per l’inchiesta su Telecinco. L’Italia otterrà di poter recepire la norma comunitaria soltanto dal 2004.

6. Il governo sposta il giudice (2001). Il 31 dicembre, mentre gli italiani festeggiano il Capodanno, il ministro della Giustizia Roberto Castelli, su richiesta dei difensori di Previti, nega contro ogni prassi la proroga in Tribunale al giudice Guido Brambilla, membro del collegio che conduce il processo Sme-Ariosto, e dispone la sua “immediata presa di possesso” presso il Tribunale di sorveglianza dov’è stato trasferito da qualche mese, senza poter completare i dibattimenti già avviati. Così il processo Sme dovrebbe ripartire da zero dinanzi a un nuovo collegio. Ma poi interviene il presidente della Corte d’appello con una nuova “applicazione” di Brambilla in Tribunale fino a fine anno.

7. Cirami (2002). I difensori di Previti e Berlusconi chiedono alla Cassazione di spostare i loro processi a Brescia perché, sostengono, a Milano l’intero Tribunale è viziato da inguaribile prevenzione contro di loro. E, per oliare meglio il meccanismo, reintroducono il vecchio concetto di “legittima suspicione” per motivi di ordine pubblico , vigente un tempo, quando i processi scomodi traslocavano nei “porti delle nebbie” per riposarvi in pace. E’ la legge Ci-rami n. 248, approvata definitivamente il 5 novembre 2002. Ma nemmeno questa funziona: la Cassazione, nel gennaio 2003, respinge la richiesta di trasloco: il Tribunale di Milano è sereno e imparziale.

8. Lodo Maccanico-Schifani (2003). Le sentenze Sme e Mondadori si avvicinano. Su proposta del senatore della Margherita Antonio Maccanico, il 18 giugno 2003 la Cdl approva la legge 140, primo firmatario Renato Schifani, che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del senato, del Consiglio e della Corte costituzionale. I processi a Berlusconi si bloccano in attesa che la Consulta esamini le eccezioni di incostituzionalità sollevate dal Tribunale di Milano. E ripartono nel gennaio 2004, quando la Corte boccia il “lodo”.

9. Ex Cirielli (2005). Il 29 novembre 2005 la Cdl vara la legge ex Cirielli (misconosciuta dal suo stesso proponente), che riduce la prescrizione per gli in-censurati e trasforma in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni (Previti ha appena compiuto 70 anni, Berlusconi sta per compierli). La legge porta i reati prescritti da 100 a 150 mila all’anno, decima i capi di imputazione del processo Mediaset (la frode fiscale passa da 15 a 7 anni e mezzo) e annienta il processo Mills (la corruzione anche giudiziaria si prescrive non più in 15, ma in 10 anni).

10. Condono fiscale (2002). La legge finanziaria 2003 varata nel dicembre 2002 contiene il condono tombale. Berlusconi giura che non ne faranno uso né lui né le sue aziende. Invece Mediaset ne approfitta subito per sanare le evasioni di 197 milioni di euro contestate dall’Agenzia delle entrate pagandone appena 35. Anche Berlusconi usa il condono per cancellare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano.

11. Condono per i coimputati (2003). Col decreto 143 del 24 giugno 2003, presunta “interpretazione autentica” del condono, il governo ci infila anche coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta. Cioè il governo Berlusconi salva anche i 9 coimputati del premier, accusati nel processo Mediaset di averlo aiutato a evadere con fatture false o gonfiate.

12. Pecorella (2006). Salvato dalla prescrizione nel processo Sme, grazie alle attenuanti generiche, Berlusconi teme che in appello gli vengano revocate, con conseguente condanna. Così il suo avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, fa approvare nel dicembre 2005 la legge che abolisce l’appello, ma solo quando lo interpone il pm contro assoluzioni o prescrizioni. In caso di condanna in primo grado, invece, l’imputato potrà ancora appellare. Il presidente Ciampi respinge la Pecorella in quanto incostituzionale. Berlusconi allunga di un mese la scadenza della legislatura per ripresentarla uguale e la fa riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006. Ciampi stavolta è costretto a firmarla. Ma poi la Consulta la boccia in quanto incostituzionale.

13. Frattini (2002). Il 28 febbraio 2002 la Cdl approva la legge Frattini sul conflitto d’interessi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle. Unica conseguenza per il premier: deve lasciare la presidenza del Milan

14.Gasparri-1(2003). In base alla nuova sentenza della Consulta del 2002, entro il 31 dicembre 2003 Rete4 deve essere spenta e passare sul satellite. Il 5 dicembre la Cdl approva la legge Gasparri sulle tv: Rete4 può seguitare a trasmettere “ancorchè priva di titolo abilitativo”, cioè anche se non ha più la concessione dal 1999; il tetto antitrust del 20% sul totale delle reti non va più calcolato sulle 10 emittenti nazionali, ma su 15 (compresa Telemarket). Dunque Mediaset può tenersi le sue tre tv. Quanto al tetto pubblicitario del 20%, viene addirittura alzato grazie al trucco del “Sic”, che include un panel talmente ampio di situazioni da sfiorare l’infinito. Confalonieri calcola che Mediaset potrà espandere i ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno. Ma il 16 dicembre Ciampi rispedisce la legge al mittente: è incostituzionale.

15. Berlusconi salva-Rete4 (2003). Mancano due settimane allo spegnimento di Rete4. Alla vigilia di Natale, Berlusconi firma un decreto salva-Rete4 (n.352) che concede alla sua tv l’ennesima proroga semestrale, in attesa della nuova Gasparri.

16. Gasparri-2 (2004). La nuova legge approvata il 29 aprile 2004, molto simile a quella bocciata dal Quirinale, assicura che Rete4 non sfora il tetto antitrust perché entro il 30 aprile il 50% degli italiani capteranno il segnale del digitale terrestre, che garantirà loro centinaia di nuovi canali. Poi però si scopre che, a quella data, solo il 18% della popolazione riceve il segnale digitale. Ma poi l’Agcom dà un’interpretazione estensiva della norma: basta che in un certo luogo arrivi il segnale digitale di una sola emittente, per considerare quel luogo totalmente digitalizzato. Rete4 è salva, Europa 7 è ancora senza frequenze.

17. Decoder di Stato (2004).
Per gonfiare l’area del digitale, la finanziaria per il 2005 varata nel dicembre 2004 prevede un contributo pubblico di 150 euro nel 2004 e di 70 nel 2005 per chi acquista il decoder per la nuova tecnologia televisiva. Fra i principali distributori di decoder c’è Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, titolare di Solaris (che commercializza decoder Amstrad).

18. Salva-decoder (2003). Il digitale terrestre è un affarone per Mediaset, che vi trasmette partite di calcio a pagamento, ma teme il mercato nero delle tessere taroccate: prontamente, il 15 gennaio 2003, il governo che ha depenalizzato il falso in bilancio porta fino a 3 anni con 30 milioni di multa la pena massima per smart card fasulle per le pay tv.

19. Salva-Milan (2002). Col decreto 282/2002, convertito in legge il 18 febbraio, il governo Berlusconi consente alle società di calcio, quasi tutte indebitatissime, di ammortizzare sui bilanci 2002 e spalmare nei dieci anni successivi la svalutazione dei cartellini dei giocatori. Il Milan risparmia 242 milioni di euro.

20. Salva-diritti tv (2006). Forza Italia blocca il ddl, appoggiato da tutti gli altri partiti di destra e di sinistra, per modificare il sistema di vendita dei diritti tv del calcio in senso “collettivo” per non penalizzare le società minori privilegiando le maggiori. Il sistema resta dunque “soggettivo”, a tutto vantaggio dei maggiori club: Juventus, Inter e naturalmente Milan.

21. Tassa di successione (2001). Il 28 giugno 2001 il governo Berlusconi abolisce la tassa di successione per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dall’Ulivo). Per combinazione, il premier ha cinque figli e beni stimati in 25mila miliardi di lire.

22. Autoriduzione fiscale (2004). Nel 2003, secondo “Forbes”, Berlusconi è il 45° uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 5,9 miliardi di dollari. Nel 2005 balza al 25° posto con 12 miliardi. Così, quando a fine 2004 il suo governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, “L’espresso” calcola che Berlusconi risparmierà 764.154 euro all’anno.

23. Plusvalenze esentasse (2003). Nel 2003 Tremonti vara una riforma fiscale che detassa le plusvalenze da partecipazione. La riforma viene subito utilizzata dal premier nell’aprile 2005 quando cede il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di tasse.

24. Villa abusiva con condono (2004). Il 6 maggio 2004, mentre «La Nuova Sardegna» svela gli abusi edilizi a Villa Certosa, Berlusconi fa approvare due decreti. Il primo stabilisce l’approvazione del piano nazionale anti-terrorismo e contiene anche un piano (segretato) per la sicurezza di Villa La Certosa. Il secondo individua la residenza di Berlusconi in Sardegna come «sede alternativa di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio e per la continuità dell’azione di governo». Ed estende il beneficio anche a tutte le altre residenze del premier e famiglia sparse per l’Italia. Così si bloccano le indagini sugli abusi edilizi nella sua villa in Costa Smeralda. Poi nel 2005 il ministro dell’Interno Pisanu toglie il segreto. Ma ormai è tardi. La legge n. 208 del 2004, varata in tutta fretta dal governo Berlusconi, estende il condono edilizio del 2003 anche alle zone pro-tette: come quella in cui sorge la sua villa. Prontamente la Idra Immobiliare, proprietaria delle residenze private del Cavaliere, presenta dieci diverse richieste di condono edilizio. E riesce a sanare tutto per la modica cifra di 300mila euro. Nel 2008 il Tribunale di Tempio Pausania chiude il procedimento per gli abusi edilizi perchè in gran parte condonati grazie a un decreto voluto dal mero proprietario della villa.

25. Ad Mediolanum (2005).
Nonostante le resistenze del ministro del Welfare, Roberto Maroni, Forza Italia impone una serie di norme favorevoli alle compagnie assicurative nella riforma della previdenza integrativa e complementare (dl 252/2005), fra cui lo spostamento di 14 miliardi di euro verso le assicurazioni, alcune norme che forniscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale (a beneficio anche di Mediolanum, di proprietà di Berlusconi e Doris) e soprattutto lo slittamento della normativa al 2008 per assecondare gli interessi della potente lobby degli assicuratori (di cui Mediolanum è una delle capofila). Intanto, nel gennaio del 2004, le Poste Italiane con un appalto senza gara hanno concesso a Mediolanum l’utilizzo dei 16mila sportelli postali sparsi in tutta Italia.

26. Ad Mondadori-1 (2005). Il 9 giugno 2005 il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti stipula un accordo con le Poste Spa per il servizio «Postescuola»: consegna e ordinazione – per telefono e on line – dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria. Le case editrici non consegneranno i loro volumi direttamente, ma tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi. L’Antitrust esamina il caso, ma pur accertando l’indubbio vantaggio per le casse Mondadori, non può censurare l’iniziativa perché a firmare l’accordo non è stato il premier, ma la Moratti.

27. Ad Mondadori-2 (2005). L’8 febbraio 2005 scatta l’operazione “E-book”, per il cui avvio il governo stanzia 3 milioni. E a chi affidano la sperimentazione i ministri Moratti (Istruzione) e Stanca (Innovazione)? A Monda-dori e Ibm: la prima è di Berlusconi, la seconda ha avuto come vicepresidente Stanca fino al 2001.

28. Indulto (2006). Nel luglio 2006 centrosinistra e centrodestra approvano l’indulto Mastella (contrari Idv, An, Lega, astenuto il Pdci): 3 anni di sconto di pena a chi ha commesso reati prima del 2 maggio di quell’anno. Lo sconto vale anche per i reati contro la Pubblica amministrazione (che sul sovraffollamento della carceri non incidono per nulla), compresa la corruzione giudiziaria, altrimenti Previti resterebbe agli arresti domiciliari. Una nuova legge ad personam che regala anche al Cavaliere un “bonus” di tre anni da spendere nel caso in cui fosse condannato in via definitiva.

29. Lodo Alfano (2008). Nel luglio 2008, alla vigilia della sentenza nel processo Berlusconi-Mills, il Pdl tornato al governo approva il lodo Alfano che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio. Soprattutto del Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta boccerà anche quello in quanto incostituzionale.

33. Più Iva per Sky (2008). Il 28 novembre 2008 il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%.

31. Meno spot per Sky (2009). Il 17 dicembre 2009 il governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot.

32. Più azioni proprie (2009). La maggioranza aumento dal 10 al 20% la quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La norma viene subito utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

33. Ad listam (2010). Visto che le liste del Pdl sono state presentate fuori tempo massimo nel Lazio e senza timbri di autenticazione a Milano, il governo vara un decreto “interpretativo” che stravolge la legge elettorale, sanando ex post le illegalità commesse per costringere il Tar a riammetterle. Ma non si accorge che, nel Lazio, la legge elettorale è regionale e non può essere modificata da un decreto del governo centrale. Così il Tar ribadisce che la lista è fuorilegge, dunque esclusa.

34. legittimo impedimento (2010). Non sapendo più come bloccare i processi Mediaset e Mills, Berlusconi fa approvare il 10 marzo 2010 una legge che rende automatico il “legittimo impedimento” a comparire nelle udienze per sé stesso e per i suoi ministri, il tutto per una durata di 6 mesi, prorogabili fino a 18. Basterà una certificazione della Presidenza del Consiglio e i giudici dovranno fermarsi, senza poter controllare se l’impedimento sia effettivo e legittimo. Il tutto in attesa della soluzione finale, cioè delle nuove leggi ad personam che porteranno il totale a quota 40: “processo breve”, anti-intercettazioni e lodo Alfano-bis costituzionale. Cioè incostituzionale.

Questo ha permesso la Destra finiana, costantemente alla ricerca di poltrone di potere, e per questo asservita al delinquente Berlusconi, fino allo sfacelo.

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