Russia – Ucraina: 24 febbraio 2022 / 24 febbraio 2023, anniversario di una sconfitta.

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Messaggio  Admin Mer 22 Feb 2023, 21:47

Russia – Ucraina: 24 febbraio 2022 / 24 febbraio 2023, anniversario di una sconfitta. Liber351

Qualunque sarà la conclusione, alla fine sia la Russia sia l’Ucraina ne usciranno sconfitti.

La Russia con l’inizio dell’Operazione Militare Speciale ha risposto al grido di dolore delle genti delle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia a alta densità di popolazione di lingua russa, la quale già dal 2014 veniva sottoposta dal governo ucraino - come fosse il vecchio regime comunista - in campi di rieducazione, al pari della Cina con il Popolo degli Uiguri. Eppure il governo centrale a quei Popoli aveva garantito una qualche forma di autonomia.

Alle smancerie degli organi d’informazione i Camerati di Liberapresenza rispondono con la diretta testimonianza, considerato che nell’agosto del 2015 si trovavano a Lugansk per sostenere la popolazione russa alla quale era ormai impossibile fraternizzare – per colpa del governo centrale – con la comunità ucraina. Informazione, cultura ed economia con il tempo sono state sempre più limitate, tant’è che si sono costituiti autonomi gruppi di milizia in difesa dell’identità di tutto il Popolo di lingua russa, il quale rischiava seriamente di soccombere alle prepotenze del falso governo “democratico” ucraino, asservito ai poteri occidentali che avevano ampiamente finanziato i loro successi elettorali.

Questo ci porta ad affermare che la Missione Militare Speciale intrapresa dalla Russia in Ucraina poteva e doveva essere evitata. Era sufficiente sconfessare gli impegni assunti dal governo ucraino in favore degli americani e dei loro servi europei.

L’ingiustificata perdita di tantissime vite nei due popoli che volendo o nolente hanno convissuto, nel bene e nel male per oltre 126 anni, fin quando nel 1991 il traditore Gorbaciov, ha consegnato i Popoli dell’Unione Sovietica, fautrice del capitalismo di Stato al capitalismo privato, aprendo le porte all’ulteriore sfruttamento dell’Uomo sul l’Uomo.

Dopo più di un tentativo per far rientrare nella normale dialettica il rispetto delle diverse identità, il Governo russo ha minacciato l’intervento militare, avvenuto giovedì mattina 24 febbraio 2022. Un attacco, in difesa del Popolo russo, contro il vile governo ucraino che per anni si è servito dei mercenari interni che nel 2014, sotto i simboli del più bieco nazismo, pagati da americani e unione europea avevano messo a ferro e fuoco l’Ucraina del presidente filorusso democraticamente eletto dagli ucraini.

Colpa di Putin, no! Dell’intero governo russo. L’errore fu commesso all’ora quando non seppe difendere la permanenza di quel presidente ( ), limitandosi ad occupare la Crimea. Visto che l’occidente non mirava a migliorare la vita degli ucraini ma a sfruttarlo nella sua globalità.

È dagli anni ’90 che le grandi Corporation speculative occidentali hanno scatenato la corsa per rubare,(come ancora oggi gli ebrei fanno in Palestina), gli oltre 32 milioni di ettari arabili di ricco e fertile suolo nero (detto “cernozëm”), ucraino, l’equivalente di un terzo di tutto il terreno agricolo esistente nell’Unione europea. Oltre 7,4 milioni di ettari sono state trasferite in mano ad aziende e società partecipate e a fondi esteri.

A questo ha portato la fine della collettivizzazione capitalistica di Stato. Sono, “entrati in gioco” una quantità senza precedenti di ettari “vergini” da immettere sul mercato, un potenziale ghiotto boccone per le banche e le multinazionali dell’agroalimentare occidentali.

Si trattava dopotutto del celebrato “granaio ucraino”, con una produzione annuale di milioni di tonnellate di cereali e sementi, essendo fra i maggiori produttori mondiali di orzo, frumento e olio di semi di girasole (di quest’ultimo l’Ucraina produce circa il 30% del totale mondiale).

L’obiettivo è mettere le mani su quello che Jeff Rowe, direttore della DuPont per l’Europa, definisce «uno dei mercati agroalimentari di maggiore potenziale crescita al mondo».

In Ucraina arrivano armi e soldi sotto forma di pacchetti di assistenza della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca europea per lo sviluppo.

Al solito i crediti sono fortemente vincolati a riforme che l’Ucraina è tenuta ad intraprendere all’insegna del rigore fiscale e dell’austerity. Sempre secondo Mousseau «l’insistenza con cui l’Ucraina è spinta a privatizzare il mercato terriero non ha precedenti nella storia recente».

Per limitare una privatizzazione selvaggia, nel 2001 è imposta una moratoria sulla vendita di terreni a stranieri. Da allora l’abrogazione di questa norma è stata l’obiettivo principale delle istituzioni occidentali.

Già nel 2013, ad esempio, la Banca Mondiale aveva stanziato un prestito di 89 milioni di dollari per lo sviluppo di un programma di rogito e titolo catastale necessario alla commercializzazione di terreni demaniali e cooperativi.

Le banche occidentali, inoltre, impongono ottimizzazione e consolidamento di aziende agro-industriali a scapito dei piccoli produttori, che costituiscono tuttora la maggioranza nel paese, con l’obiettivo di aumentare il «valore aggiunto» e, come scritto in un documento della Banca Mondiale del 2019, «accelerare l’investimento privato nell’agricoltura». Sullo stesso rapporto si legge che «un incremento del 30% della produttività agricola potrebbe risultare in 4,4 punti di crescita del Pil nazionale in cinque anni, e del 12,5% in dieci anni».

È lecito presumere che le percentuali di crescita dei produttori agricoli privati vedrebbero incrementi ben maggiori.

A esse vanno ad aggiungersi le Corporation speculative le quali, rubano i terreni più fertili agli agricoltori ucraini.<<-Tre grandi multinazionali statunitensi hanno ottenuto grazie alla complicità di Zelensky 17 milioni di ettari->> in precedenza era avvenuta la presunta vendita di «mezza Ucraina a Monsanto Cargill e Dupont» era stata amplificata su una piccola galassia di siti variamente complottisti che in alcune versioni denunciano anche la responsabilità dell’immancabile George Soros e delle élite della finanza globale (compresi Warren Buffet, Bill Gates e i fondi di investimento Blackstone, BlackRock e Vanguard), esiste un elemento di verità effettivamente legata agli interessi economici convergenti sull’Ucraina da ben prima dell’invasione russa.

Una serie di rapporti dell’osservatorio economico Oakland Institute ha documentato già da vari anni gli interessi macroeconomici che hanno fatto dell’ex repubblica sovietica un oggetto d’intensa contesa sin dalla caduta dell’Urss.

Scrive l’economista inglese Michael Roberts di questa fase, «l’Ucraina è forse il paese che subisce più duramente la ‘terapia shock’ della restaurazione capitalista». L’economia, infatti, è duramente colpita, per i 30 anni successivi all’indipendenza redditi e qualità di vita rimangono sotto i livelli del 1990, la povertà dilaga. Non per tutti ovviamente. La “riconversione” segue il consueto modello, una classe di oligarchi e una ristretta élite si arricchisce smisuratamente depredando il settore pubblico con la complicità del classe politica, sempre più asservita agli Stati Uniti.
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