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Messaggio  Admin Gio 27 Ago 2009, 19:04

Continuano i tradimenti Liber212

Dopo l’avvento al potere di Mussolini, l’Italia fascista ebbe a subire ancora, l’effetto disastroso dei quali si riversò non soltanto sulla nostra nazione ma su tutta quanta l’Europa.
L’attività diplomatica di Benito Mussolini è uno sforzo continuo, generoso, eroico inteso a scongiurare ogni contrasto capace di portare alla guerra. Solo i più inetti avversari, accecati dalla virulenza polemica, possono non riconoscere e non ammettere la costante ferma volontà di pace del Capo del fascismo. Ma anche in questo nobile e sano tentativo Mussolini venne tradito ignobilmente ed ogni sforzo venne incenerito dalla caparbia volontà bellica di altri Stati.
Fin dal subito dopo guerra Mussolini denunciò, prima da giornalista e poi da Capo del Governo, il pericolo che rappresentavano per l’Europa le impossibili condizioni imposte alla Germania col trattato di Versailles. Capì subito ( e lo rese di pubblica ragione) che l’eliminazione della Germania quale potenza europea aveva rotto l’equilibrio di forze nel continente e rappresentava i presupposti più sicuri per una nuova guerra. Si operò con tutti i mezzi, ad incominciare dal Convegno di Losanna e dalla Conferenza di Londra, per la revisione del trattato e non si stancò mai di chiederla fino al 1939.
Studiò, propose e indisse convegni, contatti , discussioni e solo la perfida malafede della Gran Bretagna sventò e distrusse ogni possibilità di pace.
Con l’avvento al potere di Hitler in Germania le preoccupazioni di Mussolini aumentarono ed aumentarono anche gli sforzi per scongiurare ogni probabilità di guerra.
Il patto a Quattro, ideato e voluto da Mussolini per risolvere i problemi europei e per tutelare la pace minacciata dagli Stati della Piccola Intesa e dalla nuova situazione politica in Germania, si concluse dopo laboriose trattative a Roma il 7 giugno con le firme dei rappresentanti dell’Inghilterra, Francia, Germania, Italia. Esso stabiliva la revisione del trattato di Versailles, dieci anni di fattiva e pacifica collaborazione delle Potenza firmatarie, e il disarmo di tutte le nazioni aderenti.
Era la realizzazione delle aspirazioni di Mussolini, la sola capace di assicurare un lungo periodo di pace all’Europa. Ma ancora un tradimento, questa volta di carattere politico e diplomatico, distrusse l’iniziativa mussoliniana ridando la libertà alle potenze interessate e consentendo loro la corsa al riarmo. Il Parlamento francese, abilmente manovrato dall’influente Inghilterra, non ratificò il patto frustrando così il sogno di pace e di concordia del Capo del nostro Governo.
Impossibilitato a riportare la stabilità di forze nel continente europeo, Mussolini allora tentò e si adoperò per circoscrivere e soffocare, entro i limiti germanici, la nascente e preoccupante forza tedesca. Ma anche in questo venne tradito dagli Stati anglo-francesi e quando Hitler, nel 1934, tentò di annettersi l’Austria con un colpo di stato che causò l’assassinio del Cancelliere austriaco Dolfuss, e Mussolini mandò, in osservanza ad un precedente impegno. Le divisioni italiane alla frontiera italo-austriaca per difendere l’indipendenza dell’Austria, né la Francia né L’Inghilterra appoggiarono l’azione italiana.
L’Anschluss fallì solo ed esclusivamente per l’energico intervento dell’Italia.
L’Inghilterra e la Francia, rispettivamente forti dell’appoggio della Società delle Nazioni (oggi Nazioni Unite) e della Piccola Intesa dove facevano da padroni, trascurarono gli inviti di Mussolini e provocarono l’abbandono sdegnoso della Società di Ginevra da parte della Germania, la denuncia tedesca della V° parte del Trattato di Versailles e il ricostituirsi dell’esercito tedesco.
Dopo il clamoroso fallimento del Patto e Quattro e gli incidenti di Ual-Ual, Mussolini, deciso a realizzare la conquista della Etiopia e nel contempo a salvare la pace in Europa, firmò nel 1935, un accordo con la Francia col quale si definivano i contrasti coloniali, si stipulava un’alleanza militare franco-italo-jugoslava intesa a reprimere l’azione tedesca sull’Austria, e si stabiliva la non ingerenza francese nell’azione italiana in Africa. Tale accordo suscitò l’invidia della Gran Bretagna e Mussolini, sempre più preoccupato di salvare la pace in Europa, convocò a Stresa, tra l’11 e il 14 aprile del 1935, inglesi e francesi per concordare un patto d’azione contro la Germania nel caso in cui questa avesse cercato di infrangere lo status-quo in Europa.
Era intenzione di Mussolini di costituire un organismo di Stati europei sufficienti a garantire la pace nel continente, anche in considerazioni del fatto che la strapotenza tedesca cominciava a rappresentare un pericolo per tutti i tre Stati in quanto, con l’occupazione dell’Austria, l’Italia l’avrebbe avuto ai confini, la Gran Bretagna poteva subire in tutti i momenti l’attacco della poderosa aviazione tedesca e la Francia poteva essere invasa facilmente.
Il piano di Mussolini era ben congegnato e studiato: la tracotanza tedesca incapsulata dalle forze italiane, francesi, inglesi, jugoslave, austriache, ungheresi e albanesi avrebbe finito per svuotarsi entro i propri confini, salvando la pace in Europa.
A Stresa Mussolini, ricordando agli ex alleati che l’Italia non aveva avuto niente dalle colonie tedesche divise tra Inghilterra e Francia, niente per la caduta dell’Impero Turco, niente insomma di tutto quanto contemplavano i patti di Londra e di San Giovanni di Moriana, denunciò ancora una volta gl’incidenti di Gondar e di Ual-Ual e chiese carta bianca per la conquista etiopica.
Fece anche presente che gli accordi da loro firmati nel 1906 e nel 1925, concedevano all’Italia il diritto di preminenza sulla Etiopia e che la sicurezza militare delle nostre colonie, costantemente esposte agli attacchi abissini, non ci consentiva di rimandare l’azione in Africa. La conquista africana, precisò Mussolini, mentre sollevava le condizioni del popolo italiano non danneggiava né diminuiva i possedimenti anglo-francesi.
Era chiaro che l’Italia aveva impostato il problema con questi termini: chiedeva come contropartita per la difesa dello status-quo in Europa libertà di azione in Africa.
Mentre l’Inghilterra approvava tacitamente, la Francia riconfermava esplicitamente l’impegno di non ingerenza del Patto di Roma e aggiungeva la promessa che, se fosse stato possibile, avrebbe aiutato l’Italia nell’azione africana.
I tradimenti che seguirono il patto di Stresa segnano le pagine più turpi della storia politica e diplomatica anglo-francese e preparano la fine dell’Europa come forza continentale.
Mentre la Francia utilizzava l’appoggio dell’Italia per il ricorso inoltrato a Ginevra contro la Germania, l’Inghilterra, contro lo spirito del Patto di Stresa e violando le clausole del Trattato di Versailles, concludeva tacitamente col governo tedesco un accordo navale che autorizzava la Germania a costruire sommergibili e la Francia stessa menomava la stabilità di forze europee con un accordo di mutua assistenza con la Russia, Poco più tardi Gran Bretagna e Francia, completamente dimentichi di quanto stabilito a Stresa, si scagliano contro l’Italia facendo applicare l’art. 16 del Covenant a Ginevra e aiutando in tutti i modi le bande abissine. Questo repentino voltafaccia franco-inglese, il più grave dei tradimenti operati contro l’Italia e mirante a distruggere completamente la potenza italiana, fece sì che il nostro Governo, tradito da quelli che riteneva amici e tragicamente solo in un periodo di delicata situazione, per non essere schiacciato si rivolse alla Germania, la quale ci venne incontro in cambio di una progettata alleanza militare.
Poi seguì il tradimento all’Italia e alla Germania in particolare e in generale a tutto il continente europeo in occasione della guerra di Spagna.
Ancora una volta Mussolini tentò di scongiurare il pericolo di una guerra europea riavvicinandosi all’Inghilterra e firmando il << gentlemen agreement >>. Ormai l’Italia aveva il suo impero e la sola cosa che desiderava fortemente era un periodo di pace per consolidare lo sviluppo agricolo e commerciale. Ma l’Inghilterra aveva già deciso la guerra e mentre firmava il patto con Mussolini faceva approvare dal Parlamento un progetto di enormi spese militari, effettuava gigantesche opere di fortificazioni nel Mediterraneo e in Egitto, si rifiutava ancora una volta, tradendo il reciproco principio di cordialità sancito col << gentlemen agreement >>, di riconoscere giuridicamente l’impero italiano e firmare un patto di mutua assistenza con la Turchia.
Dopo la conferenza di Monaco, che vide in tutta la sua energia la volontà di pace di Benito Mussolini e in contrasto l’affrettata adesione della Gran Bretagna, dovuto solo ed elusivamente al fatto che la preparazione bellica inglese non era ancora a punto, l’Inghilterra e la Francia continuarono a soffocare l’Italia con la loro politica di accerchiamento, denunciata dalla loro attività protezionistica per i piccoli Stati, e determinarono le possibilità del nuovo conflitto che doveva dissanguare i popoli europei e incenerire la potenza militare del continente.
Eppure, nonostante tutto, secondo le loro accuse assurde e meschine, a tradire fu l’Italia.
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