Cento anni del Viminale

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Messaggio  Admin Mer 13 Lug 2011, 00:00

Cento anni del Viminale  Vimina12

11 luglio 2011
Il Viminale festeggia il centenario, introducendolo con un filmato dove gli anni 1943-1945 vengono presentati come un periodo di guerra civile.
Gli antitaliani di ieri e di oggi, servi dello straniero, non hanno perso tempo per protestare contro quella che definiscono una gaffe che sminuisce il ruolo la resistenza. (Quel filmato non è più disponibile sul sito del Viminale, come era stato annunciato).
Mentre i delinquenti si ribellano denunciando il tentativo di presentare la resistenza in chiave revisionistica, noi Fascisti esprimiamo ancora una volta il nostro sdegno considerato che l'Italia fra il '43 e il '45 non ha vissuto né anni di liberazione né anni di Guerra Civile. Sarebbe comodo per gli infausti revisionisti scrivere, che furono anni di guerra civile.

Quelli furono anni di complotti e tradimenti, a partire dal voto del Gran Consiglio del Fascismo, 25 luglio 1943, seguito dall’ordine d’arresto di Mussolini, preteso dal vile monarca Vittorio Emanuele III, il quale consegno al misero uomo a cui il Fascismo aveva riconosciuto importanti titoli (dallo stesso richiesti) d’onorificenza, fra cui Marchese del Sabotino, Maresciallo d’Italia, Senatore del Regno, Capo di Stato Maggiore Generale, Alto Commissario per l’Africa Orientale, un uomo, o meglio come dalla classifica corrente in Sicilia, che divide gli individui in <<uomini, uominicchi e quacquaracquà>>, nemmeno nell’ultima categoria possiamo ammettere quello che fu un omuncolo, cui fu affidata la sorte del Paese….. uno smidollato, nato il 28 settembre del 1861 nella frazione di Grazzano (Asti), il quale il 3 settembre 1943 autorizzò la sottoscrizione la resa senza condizione agli alleati. Resa annunciata alle 18.30 del 8 settembre, solo dopo l’annuncio dai microfoni di Radio Algeria da parte del generale Dwight D. Eisenhower.
Questo l’annuncio dell’avvenuto tradimento trasmesso dall'EIAR,
« Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.
La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza ».

Alle soverchiati potenze avversarie, il monarca, tradendo il popolo consegnò, anni di gloria dell’Italia, compreso ogni mezzo utile alla difesa del nostro sacro suolo.

Queste stesse soverchianti forze, alcuni decenni dopo, nonostante i loro sanguinosi attacchi aerei saranno sconfitti dai Viet Cong, gruppo di resistenza sud vietnamita ai vari governi filoamericani dell'epoca. Il termine è un'abbreviazione e significa comunista del Vietnam, in virtù del fatto che il comunismo (il partito Lao Dong - partito dei lavoratori) era una forte componente della resistenza, ma non l'unica contro gli americani. Al contrario gli antitaliani godevano di illimitati finanziamenti messi a loro disposizione dagli americani (alleati) per ostacolare la difesa della nostra nazione messa in atto dai valorosi patrioti delle Repubblica Sociale.
I traditori infatti si muovevano solo nel territorio della Repubblica Sociale Italiana; bisogna ricordare che il primo attentato dopo l’assassinio di Ettore Muti nell’agosto del 1943, fu quello che costò la vita al federale Fascista di Ferrara, Vezzalini.
Naturalmente, l’assassinio di Vezzaliti, suscitò l’immediata reazione del partito fascista repubblicano e ne derivarono le pesanti rappresaglie di Ferrara, che i traditori avevano voluto provocare, perché solo in un clima di disorientamento potevano tentare di prendere il sopravvento. Questi traditori ben presto dilagano in tutta l’Italia settentrionale avendo le centrali soprattutto in Piemonte, dando luogo ad attentati un po’ ovunque, a cominciare da Via Rasella in Roma, che portò, sempre secondo i piani prestabiliti dei traditori alle Fosse Ardeatine.
Come sempre accade, nelle file dei traditori confluirono volgari delinquenti, teppisti, idealisti e uomini in buona fede; ma si può dire senza fare offesa alla verità, che la maggior parte degli aderenti erano giovani i quali volevano sottrarsi, nascondendosi in montagna, agli obblighi militari ed alla partecipazione alla guerra vera e propria.
Fra i traditori ebbero il sopravvento i capi comunisti, i quali erano i soli che rispondevano ad una disciplina unitaria, ricevendo soldi e precisi ordini dalle centrali sovietiche e alleate.

Con la vittoria degli anglo-americani la storia dei traditori avrebbe dovuto fermarsi lì, ma a questo punto nacque il neo-squadrismo. Furono distribuite molto largamente decorazioni al valore, ricompense varie e anche cariche politiche ed amministrative di ogni genere.
I capi dei traditori riuscirono ad identificarsi in una nuova classe dirigente della Nazione. Il diploma di traditore spesso acquistato e non conquistato, fu tessera d’ingresso a cariche di partito, di Governo, di sottogoverno.
Divenne tipica la esaltazione di meriti resistenziali che assai raramente corrispondeva ad esperienze realmente affrontate.
Peggio ancora: il traditorismo ha manifestato, sempre per iniziativa dei comunisti, la pretesa di diventare il controllore morale e addirittura storico della intera vita della Nazione, monopolizzando intere trasmissioni radio-televisive, comanda i canali di informazioni giornalistiche; si siede addirittura in cattedra nella scuola italiana a tutti i livelli, imponendo alla gioventù studiosa quello che il regime fascista non aveva mai imposto, e cioè l’apologia degli atti compiuti dai traditori, attraverso prove orali e scritte inserite nelle materie obbligatorie di studio.
Storicamente e moralmente parlando, i traditori che ancora oggi sono organizzati sono i comunisti, i quali per esistere debbono diffondere continue menzogne, ricondotti alle origini indicano con sufficiente chiarezza la loro vere finalità, quella di non permettere la ricostituzione nazionale, dividendo la Nazione italiana.

Il tempo della verità verrà, e allora, tutti concorderanno che non si tratto di liberazione né di guerra civile ma di tradimento e di traditori.
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