Enzo ERRA: Esempio di modernità e di lotta Fascista.
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Enzo ERRA: Esempio di modernità e di lotta Fascista.
Il 21 settembre 2011 si è spento a 85 anni il napoletano Enzo Erra, un Fascista il cui orgoglio era quello di «non aver mai cambiato bandiera».
Questa grave perdita per la destra, è stata utilizzata dal commentatore Antonio Carioli, sulla terza pagina del Corriere della Sera, per dare un giudizio sull’intera destra, definendo Enzo Erra, ostile non solo alla democrazia, ma all'intero mondo moderno, un’accusa ingiustificata e vergognosa. A smentirlo basterebbe questo suo scritto: “i cultori dell’antifascismo sono coloro che in Italia vogliono mantenere, nel tempo, la divisione nel mondo proletario per poterlo meglio sfruttare”. Lui riteneva liberalismo e bolscevismo le facce della stessa medaglia, e per questo in tutta la sua vita non ebbe vantaggi né carriera ma solo danni. Era un uomo che meritava la stessa fama di quel “salta fosso” di G. Bocca; ma lui era colto, spiritoso e dalla parte sbagliata ... come evidenziano fra l’altro, «Le sei risposte» a Renzo De Felice, «Le quattro giornate di Napoli» e «Le radici del fascismo», che resta tra i migliori tentativi di interpretare il Fascismo da posizioni fasciste.
Ricordiamo a Antonio Carioli, che i fatti stanno a dimostrare come Enzo Erra, oltre ad essere un modernista, fu anche un grande politico e un cultore delle scienze dello spirito, un saggista e uno storico. Enzo Erra, appartenne a quella generazione (aveva appena 19 anni quando alleati e traditori si sostituirono al Fascismo) che per ragioni anagrafiche visse un Fascismo scolastico, anche se nel 1943 lasciò Napoli all'arrivo degli anglo-americani e raggiunge Roma, dove a 17 anni si arruolò, tra gli allievi ufficiali della Repubblica sociale italiana. Concluso il corso, entrò a fare parte della divisione San Marco. Il 25 aprile 1945 lasciate le armi, a Magenta sfugge alla fucilazione.
Nel 1947, quale ex repubblichino, da Napoli si trasferisce a Roma, s'iscrive al MSI, inserendosi nell'ala meno nostalgica e più sociale, ben presto si mette in luce nel mondo giovanile per le sue moderne idee.
Nel 1948, fonda con Pino Rauti ed Egidio Sterpa la rivista "La Sfida", coinvolgendo i filosofi Julius Evola, ormai paralizzato, e Massimo Scaligero, esponenti di un pensiero spirituale basato su valori gerarchici.
Nel marzo 1949, al congresso giovanile viene eletto membro della direzione nazionale. Sente da subito la necessità di chiede al partito di assumere una linea intransigente, contestando le posizioni moderate della dirigenza. Per due volte, nel maggio 1949 e nel luglio 1950 con i militanti del suo gruppo occupa la sede nazionale del MSI.
Nel 1950, terminata l'esperienza della "Sfida", fonda la rivista "Imperium", anche questa ospiterà diversi interventi di Evola e Scaligero.
Nel gennaio del 1951, questa falsa “democrazia”, lo arrestare e lo processa nel cosiddetto procedimento dei FAR (Fasci d'azione rivoluzionaria) nel novembre dello stesso anno, proprio per la sua modernità, fu assolto. I giornalisti dell’epoca lo definirono un «giovane filosofo», per il linguaggio colto con cui espose le sue idee in tribunale.
Nel 1958, uscì dal MSI giudicandolo incapace di intrecciare alleanze fattive, vi si riavvicino dopo una lontananza trentennale, alla fine degli anni ottanta, dopo la morte di Almirante. Considerato che Erra da sempre aveva contrastato la sua segreteria, segreteria che Almirante volle consegnare nel 1987 nelle mani dell’infame, Gianfranco Fini, il quale per sue precise responsabilità porto il partito ai minimi storici negli anni 1987-1992, non tenendo conto della breve segreteria del camerata Rauti.
Enzo Erra, pur aderendo, come molti camerati ad Alleanza Nazionale, rifiutò con sdegno la svolta di Fiuggi. Svolta che porto la classe dirigente ad asservire la destra politica in cambio di qualche poltrona di potere. Forse Antonio Carioli, per moderno e non ostile alla democrazia, intende essere come il governo delle sinistre (Prodi) o all’attuale (Berlusconi). Governi che la maggioranza del popolo con l’astensione e noi Fascisti con la lotta non accettiamo, in quanto di moderno e di “democrazia” hanno avuto e hanno solo il servile comportamento in favore dell’esercito occupante, oltre all’imposizione sempre più crescente di tasse ed imposte, con il solo fine di alimentare corruzione e sperpero.
Alle bugie rispondiamo con il motto: <>
Questa grave perdita per la destra, è stata utilizzata dal commentatore Antonio Carioli, sulla terza pagina del Corriere della Sera, per dare un giudizio sull’intera destra, definendo Enzo Erra, ostile non solo alla democrazia, ma all'intero mondo moderno, un’accusa ingiustificata e vergognosa. A smentirlo basterebbe questo suo scritto: “i cultori dell’antifascismo sono coloro che in Italia vogliono mantenere, nel tempo, la divisione nel mondo proletario per poterlo meglio sfruttare”. Lui riteneva liberalismo e bolscevismo le facce della stessa medaglia, e per questo in tutta la sua vita non ebbe vantaggi né carriera ma solo danni. Era un uomo che meritava la stessa fama di quel “salta fosso” di G. Bocca; ma lui era colto, spiritoso e dalla parte sbagliata ... come evidenziano fra l’altro, «Le sei risposte» a Renzo De Felice, «Le quattro giornate di Napoli» e «Le radici del fascismo», che resta tra i migliori tentativi di interpretare il Fascismo da posizioni fasciste.
Ricordiamo a Antonio Carioli, che i fatti stanno a dimostrare come Enzo Erra, oltre ad essere un modernista, fu anche un grande politico e un cultore delle scienze dello spirito, un saggista e uno storico. Enzo Erra, appartenne a quella generazione (aveva appena 19 anni quando alleati e traditori si sostituirono al Fascismo) che per ragioni anagrafiche visse un Fascismo scolastico, anche se nel 1943 lasciò Napoli all'arrivo degli anglo-americani e raggiunge Roma, dove a 17 anni si arruolò, tra gli allievi ufficiali della Repubblica sociale italiana. Concluso il corso, entrò a fare parte della divisione San Marco. Il 25 aprile 1945 lasciate le armi, a Magenta sfugge alla fucilazione.
Nel 1947, quale ex repubblichino, da Napoli si trasferisce a Roma, s'iscrive al MSI, inserendosi nell'ala meno nostalgica e più sociale, ben presto si mette in luce nel mondo giovanile per le sue moderne idee.
Nel 1948, fonda con Pino Rauti ed Egidio Sterpa la rivista "La Sfida", coinvolgendo i filosofi Julius Evola, ormai paralizzato, e Massimo Scaligero, esponenti di un pensiero spirituale basato su valori gerarchici.
Nel marzo 1949, al congresso giovanile viene eletto membro della direzione nazionale. Sente da subito la necessità di chiede al partito di assumere una linea intransigente, contestando le posizioni moderate della dirigenza. Per due volte, nel maggio 1949 e nel luglio 1950 con i militanti del suo gruppo occupa la sede nazionale del MSI.
Nel 1950, terminata l'esperienza della "Sfida", fonda la rivista "Imperium", anche questa ospiterà diversi interventi di Evola e Scaligero.
Nel gennaio del 1951, questa falsa “democrazia”, lo arrestare e lo processa nel cosiddetto procedimento dei FAR (Fasci d'azione rivoluzionaria) nel novembre dello stesso anno, proprio per la sua modernità, fu assolto. I giornalisti dell’epoca lo definirono un «giovane filosofo», per il linguaggio colto con cui espose le sue idee in tribunale.
Nel 1958, uscì dal MSI giudicandolo incapace di intrecciare alleanze fattive, vi si riavvicino dopo una lontananza trentennale, alla fine degli anni ottanta, dopo la morte di Almirante. Considerato che Erra da sempre aveva contrastato la sua segreteria, segreteria che Almirante volle consegnare nel 1987 nelle mani dell’infame, Gianfranco Fini, il quale per sue precise responsabilità porto il partito ai minimi storici negli anni 1987-1992, non tenendo conto della breve segreteria del camerata Rauti.
Enzo Erra, pur aderendo, come molti camerati ad Alleanza Nazionale, rifiutò con sdegno la svolta di Fiuggi. Svolta che porto la classe dirigente ad asservire la destra politica in cambio di qualche poltrona di potere. Forse Antonio Carioli, per moderno e non ostile alla democrazia, intende essere come il governo delle sinistre (Prodi) o all’attuale (Berlusconi). Governi che la maggioranza del popolo con l’astensione e noi Fascisti con la lotta non accettiamo, in quanto di moderno e di “democrazia” hanno avuto e hanno solo il servile comportamento in favore dell’esercito occupante, oltre all’imposizione sempre più crescente di tasse ed imposte, con il solo fine di alimentare corruzione e sperpero.
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