2012: L'augurio, dare la sveglia al popolo

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Messaggio  Admin Gio 22 Dic 2011, 23:07

2012: L'augurio, dare la sveglia al popolo Capoda10

L’imbroglio della “democrazia rappresentativa” – fatto di per sé stesso disgregante – ha sparso più o meno in tutti i paesi, il germe della crisi finanziaria. Il capitalismo e le banche si tutelano dettando il percorso da imporre al popolo. E per questo che il popolo deve risvegliarsi da anni di sopore, rimettendo al centro il fermento del valore rivoluzionario.

L’Europa e ancor più l’Italia deve affrontare i problemi sociali più spinosi e complicati – al pari delle competizioni e rivalità dei popoli e delle religioni – già materia di vaghe aspirazioni, e calme discussioni accademiche – tanto sembravano lontane dal dovere trovare una soluzione pratica – è, adesso il tempo di appassionare ed agitare le masse popolari per reclamare una soddisfacente ed immediata modifica della costituzione. Si può affermare, sinteticamente, che la crisi economica ha scosso il popolo dai suoi sonni e dalle sue accidie abitudinarie, ma dev’essere impetuosamente accompagnato sul sentiero della storia.
Difatti le crisi, creando situazioni impreviste e sottoponendo ogni organismo nazionale ad uno sforzo economico e sociale più o meno intenso, hanno permesso ai popoli di vagliare e misurare, attraverso questa grande prova, la vitalità e la resistenza di ogni classe, di ogni istituto sociale, al pari delle doti morali e intellettuali di singoli individui. Hanno messo a nudo molti valori, hanno scoperto molti altarini.
E specie laddove gli organi statali e le sfere dirigenti si sono mostrati inferiori al loro compito, di incanalare e valorizzare tutte le forze e le virtù del popolo, è naturale che si sia diffuso un senso di irrequietudine che, sfruttato adeguatamente si poteva tradurre e concretizzare in propositi rivoluzionari, da gestire convintamene per indurre il popolo ad insostenibili rivendicazioni sociali, capaci di abbattere il sistema.

A ciò, appunto dobbiamo spingere l’Italia di oggi, ove le sfere dirigenti (Governo, Parlamento, alta burocrazia, finanza,) hanno mostrato nell’attuale crisi tale inettitudine, tale senilità e corruzione, da far loro perdere ogni prestigio.
Tutto ciò che vi era nel passato di fradicio e disonesto nella Nazione, sembra ora aver finito per polarizzarsi attorno ai massimi organi dello Stato, infettandone i più vitali istituti.

Di qui, oggigiorno, la necessità di sostenere lo spirito rivoluzionario serpeggiante per la Penisola, per fermare lo sconcertante comportamento della partitocrazia borghese ed antinazionale.

La, giusta, caduta del governo Berlusconi è colpa non già del popolo – traviato da una propaganda bestiale, che ha dato facile profitto alle deficienze delle sfere politico-dirigenziali – ma dall’attacco delle forze della conservazione internazionale (Sionismo), che non vogliono comprendere la necessità di rinnovarsi radicalmente.

E l’ora dell’evoluzione

Ora non è possibile prevedere se saremo capaci effettivamente di addivenire, in Italia, ad una vera rivoluzione nel senso tecnico della parola, cioè ad una rivolta del popolo contro le istituzioni – ma è certo che nel 2012 ci troveremo sulla soglia di una profonda crisi, rivoluzionaria, mediante la quale il malato organismo sociale della Nazione dovrà in un modo o nell’altro riassestarsi.
Le forze politiche organismi dell’opportunismo materialistico, hanno da tempo, fatalmente, sfiduciato ogni classe di cittadini, accanto al loro benessere e di altre caste, ormai molti stradi sociali vivono alla giornata, questo è un indice chiarissimo di disaggio sociale.

E’ soprattutto necessario fermare i politicanti ingannatori, consentendo allo Stato in crisi di trovare l’Autorità capace di restituire al popolo quelle funzioni sociali di cui la “democrazia rappresentativa” lo ha spogliato, nel contempo si dovranno individuare coloro che si sono macchiati di gravi responsabilità, storico-economiche e dare le giuste risposte.
E’ necessario far maturare nel popolo, un’apposita opera di educazione sociale – recuperando le doti morali necessarie, considerato che sin qui si è lavorato all’intento opposto.

Per preparare la rivoluzione nazionale italiana, Giuseppe Mazzini non esitò a farsi quasi profeta di una nuova religione, intraprendendo quella sua nobilissima predicazione dei doveri dell’uomo, intesa appunto ad educare idealisticamente il popolo al più puro spirito di sacrificio ed al più vivo senso di solidarietà sociale.

I nostri politicanti invece – allevati dai traditori – hanno trascinato il popolo nel finto benessere del materialismo; lusingandolo nei più bassi istinti plebei; dividendolo largamente, seminando odii ed invidie in ogni dove, diffamando la storia fascista, trasformando i più fulgidi eroismi in infamia, erigendosi ad avvocati difensori di ogni poltroneria e vigliaccheria!

Quale la nostra funzione

Di fronte alle basse mene di tutti i demagoghi, noi – piccola spregiata minoranza – coscienti del carattere profondamente critico dell’attuale periodo storico italiano, e preoccupati dell’oscuro domani, dobbiamo fieramente piantare il vessillo dell’unità d’aria per raccoglierci e rafforzare la nostra fede.
Se v’è in Italia una classe di persone ch’è veramente degna, oggi, di affermare la vera democrazia di popolo quelli siamo noi! Noi rappresentiamo l’idealismo e la generosità, di fronte al materialismo dilagante. Noi siamo i veri sfruttati ed i sacrificati dell’odierna società, poiché tra l’affermarsi prepotente e brutale del capitalismo, e dei sindacati di classe, forti del loro numero e tra il vile mercimonio dei compromessi e delle bassezze, v’è, attualmente, poco posto per noi. Siamo tutti assai più in basso – economicamente e socialmente – del posto cui potremmo aspirare per le nostre qualità individuali. Siamo stati tutti, più omeno, danneggiati dalla clientelismo corruttore – abbiamo dovuto cedere il passo agli immeritevoli – siamo circondati da tale ostilità – appunto perché abbiamo da sempre sfoggiato le nostre forze morali ignote ai più. Ora noi dobbiamo salire, dobbiamo imporci per affermare la democrazia di popolo, perché noi soli possiamo salvare l’Italia, dobbiamo ancor far fruttificare le nostre idee; - non è un diritto: è un dovere.

La via da percorrere

Ma per fare ciò occorre una intensa, profonda, paziente preparazione spirituale.
Dobbiamo organizzarci: rinunciare al nostro individualismo, darci delle leggi ferree di solidarietà: sceglierci dei nuovi capi e ripiegarci alla dura disciplina gerarchica, preparandoci al sacrificio di noi stessi. Dobbiamo, soprattutto, purificarci ed affilare in silenzio le lame delle nostre volontà, per potere – se gli eventi lo richiederanno – trascinare, al momento opportuno, le masse popolari, come già facemmo, con la semplice arma della nostra fede.
Abituiamoci a contare solo su di noi stessi, ad essere ed a sentirci completamente soli, noi con la nostra Idea, contro tutti, e ad aborrire da qualsiasi compromesso.
Occorre giungere a rinnovare, ripulire e svecchiare le sfere dirigenti, ridare all’Italia un orgoglio, una disciplina ed una unità morale.
A ciò dobbiamo pervenire approfittando appunto dell’attuale fermento critico, contribuendo alla trasformazione del corpo sociale, quello che è in basso dovrà trovarsi in alto, e viceversa.
Finalmente il popolo dovrà trovare la posizione che gli conviene, e in essa giacerà… cioè verrà a stabilirsi un ordinamento sociale nuovo, migliore e più giusto dall’attuale, inquantochè ogni strato sociale – e quasi ogni individuo – deve trovare – o ritrovato – attraverso la meritocrazia il posto che gli conviene, quello cioè cui ha diritto: chi deve salire salirà, chi deve discendere discenderà.
Noi dobbiamo contribuire a risolvere con tutti i mezzi l’esito di questa crisi economico-sociale, rendendola quanto meno potremo dolorosa e distruttrice per il nostro Paese, cercando di sconfiggere definitivamente i partiti antifascisti, causa di tale grave crisi.

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