28 agosto 1963 - 28 agosto 2013: Washington, a 50 anni è ancora razzismo
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28 agosto 1963 - 28 agosto 2013: Washington, a 50 anni è ancora razzismo
Ricordare la marcia del popolo nero, avvenuta 50 anni fa a Washington, per i Fascisti del mondo è un obbligo. In questo ricordo si racchiude tutto il nostro sdegno contro la prepotenza degli anglosassoni, un popolo che oltre ad accaparrarsi tutte le ricchezze dei territori colonizzati, si è reso, il maggior, responsabile dello schiavismo nel mondo, a partire di quello americano.
Se ancora oggi gli Usa possono vantarsi di possedere una moneta forte lo si deve allo sfruttamento del tutto ingiustificato che tanti “padroni” delinquenti, misero in atto nei due secoli precedenti di quei popoli estirpati dalle loro terre d’Africa per diventare animale da lavoro.
Se ancora oggi gli Usa possono vantarsi di possedere una moneta forte lo si deve allo sfruttamento del tutto ingiustificato che tanti “padroni” delinquenti, misero in atto nei due secoli precedenti di quei popoli estirpati dalle loro terre d’Africa per diventare animale da lavoro.
Del resto gli inglesi autorizzavano lo schiavismo nella stessa terra africana.
Fu il Governo italiano, dopo aver sofferto le sanzioni della Società delle Nazioni (asservita proprio all’Inghilterra), dopo la conquistato dell’Etiopia ha proclamarne la fine dello schiavismo, riconoscendo ai neri ritenuti da un’altra RAZZA di colore, esseri inferiori, e per questo tenuti schiavi in catene.
Nonostante sono trascorsi 50 anni dal 28 agosto 1963, e l’elezione di un Presidente di colore, sui diritti negli Usa c’è ancora molto lavoro da fare, ad affermarlo è Martin Luther King III, il primogenito del pastore attivista per i diritti civili, ricordando dalle pagine del 'Washington Post', la marcia di 50 anni fa a Washington. A troppi afroamericani non vengono offerte opportunità adeguate per sfuggire alla povertà, alla disoccupazione, alla discriminazione e la violenza.
La data del 28 agosto 1963, fu scelta per commemorare l'ottavo anniversario della brutale uccisione del 14enne Emmett Till. Il clamore che ne è seguito ha contribuito a risvegliare una nuova era di proteste contro l'ingiustizia razziale. Mezzo secolo dopo, tuttavia, i giovani afroamericani hanno ancora buone ragioni per temere la violenza a sfondo razziale. La spaventosa ingiustizia razziale inerente alla tragedia di Trayvon Martin ricorda che gli Usa sono ancora una nazione razzista, a mezzo secolo di distanza, ancora risuona il tema della marcia del 1963 a Washington, “Posti di lavoro con uno stipendio decente, giustizia, Libertà e uguaglianza per tutti.
Il razzismo in America ancora oggi è presente asservito ai bisogni del capitalismo. Alla maggioranza dei neri le catene sono state sostituite con l’impossibilità di soddisfare i propri bisogni.
Il Fascismo si limitò ad impedire gl’incroci con l’obbiettivo di non consentire l’alterazione all’originale e peculiare <<composizione>> della nazione; imponendo nello stesso tempo l’onestà a tutto (agli altri, e a noi stessi), non pretendendo per essere validi e degni d’onore, d’essere di purissimo sangue italiano.
Per questo possiamo affermare che il razzismo fascista era un’altra cosa, esso lo ripetiamo mirava a rafforzare l’Unità Nazionale, ed il santo orgoglio ad essa connesso.
Fu il Governo italiano, dopo aver sofferto le sanzioni della Società delle Nazioni (asservita proprio all’Inghilterra), dopo la conquistato dell’Etiopia ha proclamarne la fine dello schiavismo, riconoscendo ai neri ritenuti da un’altra RAZZA di colore, esseri inferiori, e per questo tenuti schiavi in catene.
Nonostante sono trascorsi 50 anni dal 28 agosto 1963, e l’elezione di un Presidente di colore, sui diritti negli Usa c’è ancora molto lavoro da fare, ad affermarlo è Martin Luther King III, il primogenito del pastore attivista per i diritti civili, ricordando dalle pagine del 'Washington Post', la marcia di 50 anni fa a Washington. A troppi afroamericani non vengono offerte opportunità adeguate per sfuggire alla povertà, alla disoccupazione, alla discriminazione e la violenza.
La data del 28 agosto 1963, fu scelta per commemorare l'ottavo anniversario della brutale uccisione del 14enne Emmett Till. Il clamore che ne è seguito ha contribuito a risvegliare una nuova era di proteste contro l'ingiustizia razziale. Mezzo secolo dopo, tuttavia, i giovani afroamericani hanno ancora buone ragioni per temere la violenza a sfondo razziale. La spaventosa ingiustizia razziale inerente alla tragedia di Trayvon Martin ricorda che gli Usa sono ancora una nazione razzista, a mezzo secolo di distanza, ancora risuona il tema della marcia del 1963 a Washington, “Posti di lavoro con uno stipendio decente, giustizia, Libertà e uguaglianza per tutti.
Il razzismo in America ancora oggi è presente asservito ai bisogni del capitalismo. Alla maggioranza dei neri le catene sono state sostituite con l’impossibilità di soddisfare i propri bisogni.
Il Fascismo si limitò ad impedire gl’incroci con l’obbiettivo di non consentire l’alterazione all’originale e peculiare <<composizione>> della nazione; imponendo nello stesso tempo l’onestà a tutto (agli altri, e a noi stessi), non pretendendo per essere validi e degni d’onore, d’essere di purissimo sangue italiano.
Per questo possiamo affermare che il razzismo fascista era un’altra cosa, esso lo ripetiamo mirava a rafforzare l’Unità Nazionale, ed il santo orgoglio ad essa connesso.
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