Apologia del FASCISMO: Saluto romano
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Apologia del FASCISMO: Saluto romano
12 settembre 2014: la Prima sezione penale della Cassazione (facente funzione da Tribunale Speciale, in questa falsa “democrazia”) presieduta da Arturo Cortese, con la sentenza n. 37577 depositata il 12/09/2014, scritta dal relatore Raffaello Magi, ha confermato la condanna emessa il 31 maggio 2012 dalla Corte di Appello di Trento, sezione distaccata di Bolzano, che aveva a sua volta convalidato la decisione di primo grado emessa con rito abbreviato dal Tribunale di Bolzano il 26 aprile 2011, con la quale si infliggevano a Andrea B. (con precedenti per motivi politici) due mesi di reclusione e 300 euro di multa, e a Mirko G. venti giorni di reclusione e 140 euro di multa, (pena sostituita dai giudici della Cassazione con una multa di 760 euro), per la concessione delle attenuanti generiche.
Per l’alta magistratura “nulla autorizza a ritenere che il decorso di molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe.
Per questo l’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta erosa dal decorso del tempo, frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose”.
Il “Tribunale Speciale”, utilizzato come detto da questa falsa “democrazia”, ravvisa nel saluto a braccio teso (Saluto romano) e nell’urlo “Presente” ancora dei gesti perseguibili, ricordando che il rischio del fascismo è sempre attuale e che non è tempo di lasciarsi alle spalle la legge Scelba del 1952, facendo un chiaro riferimento all’attualità del rischio di “rigurgiti” antidemocratici i cui timore si evidenziano nei tanti episodi avvenuti con “frequenza” anche nel resto d’Europa, episodi che violano quando è riportato nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione del 2000 scritta a tutela dei “valori fondanti” dell’Europa.
La stessa Europa che si è legata mano e piedi alla globalizzazione finanziaria, asservendosi in tutto agli interressi americani. “Valori fondamentali” che in nome di false “democrazie” provocano nei suoi popoli profonde e, ormai, inguaribili ferite.
Con questa sentenza gli “ermellini” dicono di essersi prodigati per “tutelare le istituzioni democratiche”, facendo credere di aver combattuto spavaldamente e pubblicamente contro il peggiore dei mali che potrebbe colpire l’Italia, scordandosi che l’attuale Parlamento è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (eppure esso resta al suo posto con la pretesa di modificare la costituzione). La sentenza n. 37577, ha interpretato in maniera “ottimale” uno dei maggiori, forse il più grande timore che attualmente affligge gli italiani, quale è il ritorno repentino ad un regime antidemocratico.
Diciamo subito che ai Fascisti questa sentenza interessa poco, i servi hanno fatto soltanto quanto il regime si aspettava. L’errore è stato commesso dai due imputati che, anziché lottare il sistema, sottostando alla prepotenza giuridica del verdetto emesso dal Tribunale di Bolzano il 26 aprile 2011, hanno cercato clemenza negli ulteriori gradi di giudizio, atteggiamento che i veri rivoluzionari non avrebbe mai tenuto.
PER ABBATTERE QUESTO SISTEMA NON SI ELEMOSINANO INDULGENZE!
Mussollini posto a giudizio disse ai suoi carnefici “se mi assolvete mi fate un piacere, se mi condannate mi fate un onore”, lo stesso Almirante accusato da un giudice morente di aver ricostituito il partito FASCISTA nel 1979 alla Camera voto in favore della richiesta d’autorizzazione a procedere,che lo riguardava, senza piangersi addosso.
Pensare che la Suprema Corte potesse accettare l’assenza di “lesivita” del saluto Romano, o che avrebbe depenalizzato il reato di opinione, era ed è da inutili idioti, in quanto essa si è ingrassa negli anni attraverso l’incriminazione dei fascisti, tanto che è arrivata ad affermare: «va escluso che la libertà di manifestazione del pensiero possa andare esente da limitazioni là dove la condotta tenuta risulti violatrice di altri interessi costituzionalmente protetti» un pensiero questo che di democratico non ha nulla. Quanto al saluto romano, i giudici osservano che «non è la manifestazione esteriore in quanto tale a essere oggetto di incriminazione», ma piuttosto «il suo venire in essere in condizioni di pubblicità tali da rappresentare un concreto tentativo di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostituzione», «il ricorso ad atti simbolici non toglie la pericolosità concreta della ricostruzione ideologia del fascismo».
Dinanzi a questa ulteriore sentenza di condanna noi fascisti ribattiamo, il perseguibile, “ME NE FREGO”, in quanto nessuna sentenza potrà vietarci quello che riteniamo l’unico gesto distintivo della nostra comunità di Camerati. È vero noi fascisti siamo un pericolo per la democrazia rappresentativa, in quanto vogliamo instaurare (in tutta l’Europa) una DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA; dove un potente non possa trovare spazi utili per imporre i propri interessi; dove qualche giudice non possa decidere di sostituirsi al Governo o alle leggi che lo Stato si è dato, specie se lo riguardano direttamente, come è accaduto per il taglio delle pensioni d’Oro.
Un sistema che ha paura dei gesti simbolici è ormai arrivato al capolinea, per questo vogliamo esprimere ai due militanti tutta la nostra solidarietà, riportando alla memoria, Occorsio e Amato.
Per l’alta magistratura “nulla autorizza a ritenere che il decorso di molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe.
Per questo l’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta erosa dal decorso del tempo, frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose”.
Il “Tribunale Speciale”, utilizzato come detto da questa falsa “democrazia”, ravvisa nel saluto a braccio teso (Saluto romano) e nell’urlo “Presente” ancora dei gesti perseguibili, ricordando che il rischio del fascismo è sempre attuale e che non è tempo di lasciarsi alle spalle la legge Scelba del 1952, facendo un chiaro riferimento all’attualità del rischio di “rigurgiti” antidemocratici i cui timore si evidenziano nei tanti episodi avvenuti con “frequenza” anche nel resto d’Europa, episodi che violano quando è riportato nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione del 2000 scritta a tutela dei “valori fondanti” dell’Europa.
La stessa Europa che si è legata mano e piedi alla globalizzazione finanziaria, asservendosi in tutto agli interressi americani. “Valori fondamentali” che in nome di false “democrazie” provocano nei suoi popoli profonde e, ormai, inguaribili ferite.
Con questa sentenza gli “ermellini” dicono di essersi prodigati per “tutelare le istituzioni democratiche”, facendo credere di aver combattuto spavaldamente e pubblicamente contro il peggiore dei mali che potrebbe colpire l’Italia, scordandosi che l’attuale Parlamento è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (eppure esso resta al suo posto con la pretesa di modificare la costituzione). La sentenza n. 37577, ha interpretato in maniera “ottimale” uno dei maggiori, forse il più grande timore che attualmente affligge gli italiani, quale è il ritorno repentino ad un regime antidemocratico.
Diciamo subito che ai Fascisti questa sentenza interessa poco, i servi hanno fatto soltanto quanto il regime si aspettava. L’errore è stato commesso dai due imputati che, anziché lottare il sistema, sottostando alla prepotenza giuridica del verdetto emesso dal Tribunale di Bolzano il 26 aprile 2011, hanno cercato clemenza negli ulteriori gradi di giudizio, atteggiamento che i veri rivoluzionari non avrebbe mai tenuto.
PER ABBATTERE QUESTO SISTEMA NON SI ELEMOSINANO INDULGENZE!
Mussollini posto a giudizio disse ai suoi carnefici “se mi assolvete mi fate un piacere, se mi condannate mi fate un onore”, lo stesso Almirante accusato da un giudice morente di aver ricostituito il partito FASCISTA nel 1979 alla Camera voto in favore della richiesta d’autorizzazione a procedere,che lo riguardava, senza piangersi addosso.
Pensare che la Suprema Corte potesse accettare l’assenza di “lesivita” del saluto Romano, o che avrebbe depenalizzato il reato di opinione, era ed è da inutili idioti, in quanto essa si è ingrassa negli anni attraverso l’incriminazione dei fascisti, tanto che è arrivata ad affermare: «va escluso che la libertà di manifestazione del pensiero possa andare esente da limitazioni là dove la condotta tenuta risulti violatrice di altri interessi costituzionalmente protetti» un pensiero questo che di democratico non ha nulla. Quanto al saluto romano, i giudici osservano che «non è la manifestazione esteriore in quanto tale a essere oggetto di incriminazione», ma piuttosto «il suo venire in essere in condizioni di pubblicità tali da rappresentare un concreto tentativo di raccogliere adesioni ad un progetto di ricostituzione», «il ricorso ad atti simbolici non toglie la pericolosità concreta della ricostruzione ideologia del fascismo».
Dinanzi a questa ulteriore sentenza di condanna noi fascisti ribattiamo, il perseguibile, “ME NE FREGO”, in quanto nessuna sentenza potrà vietarci quello che riteniamo l’unico gesto distintivo della nostra comunità di Camerati. È vero noi fascisti siamo un pericolo per la democrazia rappresentativa, in quanto vogliamo instaurare (in tutta l’Europa) una DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA; dove un potente non possa trovare spazi utili per imporre i propri interessi; dove qualche giudice non possa decidere di sostituirsi al Governo o alle leggi che lo Stato si è dato, specie se lo riguardano direttamente, come è accaduto per il taglio delle pensioni d’Oro.
Un sistema che ha paura dei gesti simbolici è ormai arrivato al capolinea, per questo vogliamo esprimere ai due militanti tutta la nostra solidarietà, riportando alla memoria, Occorsio e Amato.
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