Attacco a Parigi: “Charlie Hebdo”, volevano essere liberi senza alcun limite

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Messaggio  Admin Mer 07 Gen 2015, 22:07

Attacco a Parigi: “Charlie Hebdo”, volevano essere liberi senza alcun limite  Libera10

I giornalisti del settimanale francese “Charlie Hebdo”, prendendo alla lettera le dichiarazioni del presidente americano Barack Obama, abusavano della libertà per beffeggiare il mondo intero, scordandosi che la loro libertà finiva dove iniziava quella degli altri.

Questo comportamento ha indotto il 7 gennaio 2015, 3 combattenti incappucciati e vestiti di nero, che parlavano perfettamente francese, a penetrare nella redazione parigina del settimanale satirico noto per le sue provocazioni. Prima di aprire il fuoco con dei kalashnikov i tre hanno gridato "Allah hakbar". L’attaccato ha provocando 12 morti e dieci feriti, di cui 5 gravi.
France info, riferisce che tra i morti ci sono tre famosi vignettisti Georges Wolinski, Cabu (Jean Cabut) e Tignous (Bernard Verlhac), il direttore del settimanale Stephane Charbonnier, che firmava Charb le sue vignette e l’economista ed editorialista Bernard Maris.
Gli uomini armati non hanno trovato molte persone nell’edificio anche se è abitudine riunire la redazione del “Charlie Hebdo” alle 10.00 di ogni mercoledì. L’azione dei combattenti (dopo essersi impossessati dell’auto di un automobilista) si è conclusa con la fuga.

La feccia redazionale del “Charlie Hebdo”, nel 2006 suscitò polemiche pubblicando una serie di caricature del profeta Maometto, diffuse inizialmente dal quotidiano danese Jyllands-Posten.
Il 2 novembre 2011 la sede del settimanale fu distrutta da un incendio provocato dal lancio di una molotov. L’attentato, che non provocò vittime, avvenne nel giorno in cui era stata annunciata l’uscita di un numero speciale dedicato alla vittoria elettorale degli islamisti in Tunisia. “Maometto direttore responsabile di Charia Hebdo”, si leggeva su un comunicato stampa che annunciava il numero, con un gioco di parole sulla legge islamica.
Charlie Hebdo riconquisto le pagine dei giornali internazionali nel 2012, quando pubblico nuove vignette satiriche sul profeta dell’Islam: sei i disegni incriminati, tra cui uno che raffigurava Maometto nudo, steso sul letto, che ripete la battuta cult di Brigitte Bardot al regista che l’inquadra nel film Il disprezzo: ”E il sedere? Ti piace il mio sedere?”. La pubblicazione avvenne nel pieno della bufera scatenata dal film sulla vita del profeta L’innocenza dei musulmani, prodotto semi-clandestinamente negli Usa, che infiammò il Medio Oriente.
L’ultimo tweet di Charlie Hebdo è stata una vignetta sul leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi. Nell’immagine si vede il califfo augurare buon anno e buona “salute” a tutti.
Sul numero della seconda settimana di gennaio 2015, il settimanale pubblica un articolo dedicato a Sottomissione, l’ultimo romanzo dello scrittore francese Michel Houellebecq. Il libro, in vendita dal 7 gennaio 2015 nelle librerie francesi, già al centro di polemiche prima della sua uscita, Houellebecq immagina una Francia governata da un presidente musulmano secondo le leggi dell’Islam più conservatore.
Lo scrittore francese descrive uno scenario politico nel quale, nel 2022, la destra e la sinistra si uniscono per sostenere al secondo turno delle elezioni presidenziali Mohammed Ben Abbes, candidato musulmano, contro la leader del Front National, Marine Le Pen.

I potenti palesano il loro nemico, ed è giusto che il nemico si difenda dai potenti.

Accade nell’Italia del 1815 quando i potenti d’Europa, riuniti in congresso a Vienna, decisero di dividere il nostro territorio in sette Stati. Già allora la polizia ebbe l’ordine di soffocare ogni tentativo di ribellione e di arrestare coloro che osavano protestare.
All’epoca i patrioti italiani erano pochi, ma, affrontarono il pericolo coraggiosamente, riunendosi in società segrete e cospirare per la libertà e l’indipendenza. Il coraggio di quegli uomini seppe costruire l’Unità d’Italia. Il Fascismo si prese l’onere (senza riuscirvi) di unire in Popolo gli Italiani.

Annientato il sacrificio e i valore di quei patrioti, i servi del sionismo liberista additano come terroristi quanti nel mondo intendono ribellarsi alla loro prepotente immoralità.

Si tratta di “un attentato terroristico non c’è alcun dubbio”, ha detto il presidente francese Francois Hollande, inducendo il governo francese ha deliberare l’immediato l’aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta la Francia e in special modo nella regione di Parigi, polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali.
Le Figaro riferisce che le teste di cuoio del Raid (unità d’assalto della polizia francese), sono state dispiegate nel dipartimento di Seine-Saint-Denis, banlieue nord-orientale di Parigi, dove si concentrano le ricerche delle forze dell’ordine dopo l’attacco.
La stessa forza speciale di polizia che a Tolosa, nel marzo del 2012 massacro con centinaia di proiettili il giovane combattente Mohammed Merah,

In una nota della Casa Bianca si legge che il presidente americano Barack Obama condanna “con forza l’orribile sparatoria negli uffici di Charlie Hebdo”, afferma di aver dato direttive alla sua amministrazione affinché fornisca “ogni assistenza necessaria per contribuire a portare questi terroristi davanti alla giustizia”.

La cancelliera tedesca Angela Merkel definisce quest’atto abominevole, “non è soltanto un attacco alla vita dei cittadini francesi e alla loro sicurezza. È anche un attacco alla libertà di parola e di stampa, elementi fondamentali della nostra cultura libera e democratica. Non lo si può giustificare in nessuna maniera”.

Il premier italiano Matteo Renzi, parla di: “Orrore e sgomento per la strage di Parigi, vicinanza totale a Francois Hollande e Anne Hidalgo in questo momento terribile “La violenza perderà sempre contro la libertà e la democrazia”.

Sconcia risulta la dichiarazione del Consiglio del culto musulmano francese, il quale ha definito l’azione contro il settimanale “Charlie Hebdo”, un “atto barbaro” contro “la democrazia”, considerato che nonostante non ci sia ancora una rivendicazione attendibile, sui social network tra i sostenitori dei jihadisti dello Stato islamico cominciano a spuntare hashtag dedicati alla vicenda e messaggi di esultanza. “Sono finiti per sempre i tempi in cui agli insulti all’Islam in Europa si rispondeva solo con manifestazioni di condanna da milioni di persone”, ha scritto un utente di Twitter che trasmette spesso messaggi a sostegno dell’Is. Un altro sostenitore dell’autoproclamato Califfato suggerisce ai “lupi solitari” di colpire “la testa del serpente in Danimarca”, con un riferimento al quotidiano danese Jyllands-Posten.

I nemici del liberalismo ora sanno che per colpirlo è necessario, l’assoluto silenzio
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