Governo Conti, quale “democrazia?

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Messaggio  Admin Gio 07 Giu 2018, 19:27

Governo Conti, quale “democrazia? Govern10

1 giugno 2018, finalmente la falsa “democrazia” ha partorito il governo il quale ha giurato dopo 87 giorni dal voto del 4 marzo. Un governo (senza paura di smentita) che ha accomunato incapaci e traditori, eppure alcuni italiani si dicono soddisfatti. Nei fatti la nascita del governo Conti è l'ulteriore dimostrazione della delegittimazione del voto espresso dagli elettori, il quale nelle “democrazia” perlopiù viene indotto dalle grandi lobby dell'informazione e della finanza, l'elettore vota, ambigui programmi e false promesse che partiti ed eletti scordano immediatamente dopo l'elezione, perpetrando un'ulteriore presa in giro del Popolo elettore con dichiarazioni che dovrebbero soddisfare le loro aspettative.

Come sempre anche questa volta in nome della (più bella) Costituzione, che viene citata un giorno si e l’altro pure, il Presidente della Repubblica (mai super parte) contravvenendo alla volontà popolare chiaramente indicata dall’esito delle elezioni nazionali – che ha sancito la vittoria della coalizione di centrodestra - si è adoperato per impedire che questa potesse formare un possibile governo, facendo di tutto per giungere alla rottura della su detta coalizione.

I poteri forti vogliono altro, e allora l'accondiscendente Mattarella li accontenta, dà un primo incarico esplorativo al Presidente del Senato con lo scopo di verificare se è possibile comporre un governo centrodestra – M5s e a seguire un secondo incarico al Presidente della Camera il quale doveva portare alla nascita di un governo centrosinistra – M5s, quest'ultimo fallito miseramente. Allora il Presidente Mattarella, dà seguito al suo progetto disgregatore del centrodestra, agevola il M5s a trovare un accordo con la Lega di Salvini, il quale si racconta, ha preteso ed ottenuto da Silvio Berlusconi la resa assoluta.

Da qui il tradimento degli elettori.

Abbandonati i programmi del centrodestra e del M5s, presentati prima del 4 marzo, iniziano gli incontri per accordarsi su un contratto d'affari, fatto ciò, presentano al Presidente della Repubblica la lista dei Ministri, da qui l'inghippo; Mattarella pone il veto sul nome del Prof. Savona (un uomo da sempre a servizio del sistema) destinato al Ministero dell'Economia, giustificando tale pretesa, a suo dire perché Savona, non gode delle simpatie dei burocrati europei. O si cambia o salta tutto.

Mattarella a questo punto chiama al Quirinale il burocrate Cottarelli, al quale dà l'incarico di formare un governo di tecnici. Purtroppo per lui, il governo del presidente non avrebbe ottenuto il voto di fiducia del Parlamento, allora! Presidente, M5s e lega si ritrovano fanno scendere di un gradino il temuto Prof. Savona ed ecco pronto il governo, con buona pace di Cottarelli, il quale viene invitato a rimettere il mandato. Il resto è storia.
Chi crede che la formazione del governo Conti abbia soddisfatto il Presidente Mattarella, è uno stupido, in malafede, oppure un misto di entrambe le cose. Non c'è dubbio che Mattarella avrebbe preferito un governo tecnico, che portasse avanti le riforme volute dall'Europa e soprattutto da Francia e Germania. Del resto il colpo era pienamente riuscito anni prima al suo predecessore Napolitano.

Nessuno ha ricordato a Mattarella che, gli elettori si erano espressi, in favore del centrodestra, con l'affermazione fra l'altro di un partito anti-europeo, qual'è la Lega. Che piacesse o no doveva farsene una ragione, accettando il principio di sovranità, un elemento imprescindibile per il rispetto della Nazione principio così importante che persino i servi dello straniero l'inserirono nella Costituzione, che, a quanto pare viene rispettata solo quando si deve applicare la Dodicesima Disposizione Transitoria, usandola contro l'unica comunità di Patrioti. Quella Fascista.

Sarebbe il caso che Sergio Mattarella facesse un ripassino di alcuni articoli della (sempre più inutile) Costituzione.
“Art. 1. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
“Art. 5. La Repubblica è una e indivisibile”.
“Art. 52. La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.
“Art. 87. Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”.
Questo “democratico” ciancia contro il Fascismo, al quale da sempre addebita di tutto, anche perché quest'ultimo non ha diritto di replica, grazie alla repressione giudiziaria, e al reato di apologia del Fascismo.

Eppure il Fascismo legiferava nel rispetto del Codice Albertino, mentre – come dimostrato - l'attuale falsa “democrazia” di fatto non ha mai rispettato la costituzione e con essa le scelte del Popolo, il quale nonostante le aggressive campagne di disinformazione sionista, da anni vota contro l'attuale sistema liberista, responsabile delle continue crisi, Economiche, Culturali e Militari, nato dal tradimento, di pochi, durante gli anni della seconda guerra mondiale.

Tradimento, che in nome del Popolo si è perpetrato anche dopo il voto del 4 marzo 2018, considerato che la Lega, computa il proprio successo grazie al programma sottoscritto con Forza Italia, Fratelli d'Italia e Noi con Italia, i quali complessivamente hanno ottenuto il 19,66% alla Camera dei Deputati e 19,79% al Senato, percentuali che hanno determinato il successo che la Lega ha posto a disposizione del M5s, esclusivamente per adagiarsi sulle poltrone del potere.

I partiti della coalizione di centrodestra rimasti fuori dalle stanze dei bottoni si lagnano per la scelta fatta dall'ex alleato leghista, mentre il centrosinistra sbraita deluso, non dal risultato elettorale, per essere al momento rimasto fuori dal governo al quale il Pd mirava dopo aver approvato la legge Rosato (il cosi detto “rosatellum”), che di per se falsa il risultato elettorale ancor prima che il Popolo si potesse esprimere.

Contro la falsa “democrazia” rappresentativa, è tempo che i Fascisti contrappongano la Democrazia Partecipativa.
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