Sovranismo? Il Fascismo è un'altra cosa
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Sovranismo? Il Fascismo è un'altra cosa
Il governo del sovranista Orban, ha buttato la maschera, senza alcuna vergogna propone al Popolo ungherese le identiche tesi della dittatura comunista la quale attraverso il Codice del Lavoro imponeva con norme imperative il lavoro obbligatorio. Da esso evidenziamo alcune elementari disposizioni restrittive della libertà individuale nei confronti dei lavoratori, in quanto con esse si subordinava la remunerazione al rendimento produttivo tassativamente fissate.
Il mancato raggiungimento del minimo di rendimento fissato per il lavoratore, non imputabile a colpa di quest’ultimo produceva una riduzione del salario fissato dalla tariffa pari a un terzo, se vi era la colpa del lavoratore, a quest’ultimo non veniva garantito alcun minimo di salario, ma il suo lavoro era compensato secondo la quantità e la qualità di quanto prodotto.
Una sanzione ancora più grave colpiva il lavoratore secondo l’art. 57 del Codice il quale stabiliva che, quando in condizioni di lavoro normali, il rendimento del lavoratore si manteneva costantemente inferiore alla norma di rendimento fissata, egli poteva essere licenziato o trasferito ad altro impiego.
A questo proposito la norma dell’art. 47/1 del citato Codice, recitava: “il lavoratore che senza validi motivi, trascuri per un’intera giornata di presentarsi al lavoro, è licenziato dall’impresa o istituzione e di conseguenza dichiarato decaduto dal diritto di usufruire dell’alloggio messo a sua disposizione”. Una disposizione, di tal genere, non riscontrabile in nessun contratto di lavoro stipulato nell’Italia Fascista.
nel novero delle limitazioni della libertà individuale, indice di sfruttamento schiavistico e inumano del lavoratore va ricordata la norma dell’art. 11 del Codice del Lavoro con la quale si stabiliva che in caso di insufficienza di mano d’opera per l’esecuzione di lavori pubblici, tutti i cittadini potevano essere chiamati al servizio obbligatorio del lavoro.
Orban, lodato da Matteo Salvini (Lega) e da Giorgia Meloni (FdI), il 12 dicembre 2018, dichiarando: di voler rimuovere la burocrazia in modo che chi vuole lavorare e guadagnare di più lo possa fare” ha riportato indietro la storia. Infatti, ha preteso che la sua maggioranza parlamentare riformasse il Codice del Lavoro, aggiungendo d’imperio otto ore settimanali in più, o una settimana lavorativa di sei giorni, inoltre le ore di straordinario che i datori di lavoro possono pretendere dai propri dipendenti, passando da 250 a 400 ore annue.
Straordinario che i datori di lavoro potranno pagare ai lavoratori dopo 3 anni (non più entro un anno come prevedono le norme attuali) e se un lavoratore lascia o perde il lavoro prima del periodo di tre anni, è possibile che non riceverà quanto gli spetta per le ore di straordinario effettuate.
Riforma che, i lavoratori ungheresi hanno immediatamente definito schiavistica, per questo unitamente agli studenti sono scesi a manifestare per opporsi alla nuova imposizione, e nel contempo per rivendicare maggiori diritti. Secondo i manifestanti ad aver fatto pressione affinché si giungesse a queste vergognose modifiche del Codice del lavoro sarebbero state le compagnie tedesche di auto per supplire alla mancanza di forza lavoro a basso costo, considerato che il salario minimo il Ungheria è di circa 530 euro al mese.
Questa è l’Europa che i Fascisti debbono abbattere e con essa la falsa “democrazia” che la sostiene!
Il mancato raggiungimento del minimo di rendimento fissato per il lavoratore, non imputabile a colpa di quest’ultimo produceva una riduzione del salario fissato dalla tariffa pari a un terzo, se vi era la colpa del lavoratore, a quest’ultimo non veniva garantito alcun minimo di salario, ma il suo lavoro era compensato secondo la quantità e la qualità di quanto prodotto.
Una sanzione ancora più grave colpiva il lavoratore secondo l’art. 57 del Codice il quale stabiliva che, quando in condizioni di lavoro normali, il rendimento del lavoratore si manteneva costantemente inferiore alla norma di rendimento fissata, egli poteva essere licenziato o trasferito ad altro impiego.
A questo proposito la norma dell’art. 47/1 del citato Codice, recitava: “il lavoratore che senza validi motivi, trascuri per un’intera giornata di presentarsi al lavoro, è licenziato dall’impresa o istituzione e di conseguenza dichiarato decaduto dal diritto di usufruire dell’alloggio messo a sua disposizione”. Una disposizione, di tal genere, non riscontrabile in nessun contratto di lavoro stipulato nell’Italia Fascista.
nel novero delle limitazioni della libertà individuale, indice di sfruttamento schiavistico e inumano del lavoratore va ricordata la norma dell’art. 11 del Codice del Lavoro con la quale si stabiliva che in caso di insufficienza di mano d’opera per l’esecuzione di lavori pubblici, tutti i cittadini potevano essere chiamati al servizio obbligatorio del lavoro.
Orban, lodato da Matteo Salvini (Lega) e da Giorgia Meloni (FdI), il 12 dicembre 2018, dichiarando: di voler rimuovere la burocrazia in modo che chi vuole lavorare e guadagnare di più lo possa fare” ha riportato indietro la storia. Infatti, ha preteso che la sua maggioranza parlamentare riformasse il Codice del Lavoro, aggiungendo d’imperio otto ore settimanali in più, o una settimana lavorativa di sei giorni, inoltre le ore di straordinario che i datori di lavoro possono pretendere dai propri dipendenti, passando da 250 a 400 ore annue.
Straordinario che i datori di lavoro potranno pagare ai lavoratori dopo 3 anni (non più entro un anno come prevedono le norme attuali) e se un lavoratore lascia o perde il lavoro prima del periodo di tre anni, è possibile che non riceverà quanto gli spetta per le ore di straordinario effettuate.
Riforma che, i lavoratori ungheresi hanno immediatamente definito schiavistica, per questo unitamente agli studenti sono scesi a manifestare per opporsi alla nuova imposizione, e nel contempo per rivendicare maggiori diritti. Secondo i manifestanti ad aver fatto pressione affinché si giungesse a queste vergognose modifiche del Codice del lavoro sarebbero state le compagnie tedesche di auto per supplire alla mancanza di forza lavoro a basso costo, considerato che il salario minimo il Ungheria è di circa 530 euro al mese.
Questa è l’Europa che i Fascisti debbono abbattere e con essa la falsa “democrazia” che la sostiene!
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