28 aprile 2019: I Ladri del falso “Dio” hanno detto No!

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Messaggio  Admin Lun 29 Apr 2019, 22:24

 28 aprile 2019: I Ladri del falso “Dio” hanno detto No! Ventim11

È accaduto ancora! Un altro vescovo impedisce la celebrazione di una messa in suffragio di Benito Mussolini.

Un gruppo di Camerati, credenti, di Ventimiglia in provincia di Imperia, si è rivolto al parroco della chiesa di Sant’Agostino, chiedendogli la celebrazione di una funzione religiosa in suffragio di Benito Mussolini, nel giorno del settantaquattresimo anno dal suo assassinio. Il prete rispose positivamente, dicendo loro che avrebbe ricordato Mussolini durante la messa delle 18.00. Apriti cielo, i Traditori montano un caso, polemizzando con il parroco a tal punto da indurre il vescovo a sbraitare la sua contrarietà al ricordo dell’assassinato, accondiscendendo di fatto alla prepotente richiesta dei suoi assassini.    

Il vescovo diocesano, Antonio Suetta, per giustificare il suo diniego tenta di arrampicarsi sugli specchi, ma non convince, le sue parola scavano un solco ancora più profondo con quei Fascisti  da sempre contrari allo slogan “Dio, …. e  …., affermare che:  “La messa è un atto di culto a Dio e come tale deve rimanere. Ogni fedele ha il diritto di richiedere una messa o una preghiera nei confronti di chiunque, anche di nomi importanti o di persone che siano state segnate in modo positivo, così come negativo, dalla storia, perché il suffragio è un'opera di misericordia che non viene negata a nessuno, aggiungendo: questo atto, però, deve essere sempre rispettato nella sua specificità e deve essere scevro da qualsiasi strumentalizzazione che ne travisi il senso. Per questo motivo, la messa non verrà celebrata". Omettendo di dire che la funzione era stata organizzata in modo riservato, dunque senza troppi clamori, pertanto le ragioni che risiedono dietro questa decisione sono tutt’altro che scontate.

Più volte noi di Liberapresenza abbiamo scritto che, l’errore più grande commesso  nel ventennio dal Governo Fascista è stato quello di aver sottoscritto l’11 febbraio del 1929, i Patti del Laterano, quel giorno ha segnato la sventura più grande per il nostro Popolo.
Mentre il governo dei soviet comunista bruciava le chiese, il Governo Mussolini costruiva case parrocchiali.

Pio XI, dopo un contenzioso durato 59 anni, ottenne dai Patti il massimo dei privilegi possibile per questo, all’indomani della firma  indicò in Benito Mussolini, l’uomo della Provvidenza, obbligando tutte le parrocchie a parafrasare il proprio pensiero a tutti credenti, nello specifico, disse:  “Siamo stati nobilmente aiutati dall'altra parte. Forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi”.

L’uomo – indicato - della Provvidenza non seppe restare ateo, costringendo il mondo Fascista a subire la prepotenza di chi sfruttando l’immaginario Paradiso e le perenni fiamme dell’Inverno, che aveva derubato, per oltre diciotto secoli, ricchi e poveri, ingrassandosi nell’assoluta bugia.

Gli stessi Fascisti che per anni avevano subito la violenza dei bolscevichi, si videro costretti a difendersi dall’attacco frontale messo in atto dai religiosi un esempio per tutti è quello di don Giovanni Minzoni, un prete apertamente antifascista che una volta nominato cappellano ad Argenta si è completamente asservito alla Camera del Lavoro, contrastando in quella cittadina, sia la costituzione dell’Opera Nazionale Balilla, che l’istituzione dell’Avanguardia Giovanile Fascista.

Per questo il 22 agosto 1923 fu bastonato a morte, da alcuni Camerati ferraresi.  
La sua bastonatura avvenne dopo la prevaricatoria provocazione del’8 luglio 1923. Don Giovanni Minzoni, aveva chiesto a don Emilio Faggioli, di parlare nel teatro parrocchiale di Argenta dello scautismo, occasione per lanciare la sfida ai fascisti,  affermando “noi intendiamo formare degli uomini di carattere”, esplicitando la forte contrapposizione tra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano.

Nel 1926 alcuni catto-comunisti si scontrarono  con i militanti Fascisti durante la processione dell’ottava del Corpus Domini a Livorno e in agosto altri incidenti con un morto Fascista a Mantova e a Macerata.

Le Contrapposizioni si acutizzarono dopo la firma del concordato. Pio XI dal 1922 al 1929 aveva mantenuto un atteggiamento di collaborazione con le autorità Fasciste, dopo la firma, come evidenzia lo storico Yves Chiron, che scrive:  “Pio XI ha sempre reagito contro i militanti fascisti o lo stesso governo italiano, se non assecondavano il volere della Chiesa o gli interressi sociali e religiosi dei cattolici”.

Per i fascisti, lo Stato con i Patti aveva rinunciato ai suoi principi, rilevando che i Patti erano inconcepibili con i principi del Fascismo, specie sulla questione primaria di indottrinamento e educazione delle Gioventù Italiana.

Lo scontro tra Pio XI e il Governo fascista, portò nel 1931 alla chiusura delle sedi dell’Azione Cattolica, a volte – anche - con l’aiuto da parte dei gruppi  fascisti.

A questo scontro il Papa rispose duramente con l'enciclica (scritta in italiano e non in latino) Non Abbiamo Bisogno, nella quale, accusava Mussolini  di aver  accresciuto la  statolatria, mettendo in evidenza il contrasto tra la fedeltà al vangelo di Cristo e all'ideologia fascista.

Quando accade ormai da anni, rende necessario l’allontanamento dei Fascisti credenti dalla religione, in ogni paese del Mondo, evidenziano la falsità di quanto affermato dalla gerarchia cattolica e le sofferenze che questi hanno arrecato nei secoli ai Popoli del mondo.  
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