26 gennaio 2020: Elezioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna. Riflessioni

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Messaggio  Admin Lun 03 Feb 2020, 23:26

26 gennaio 2020: Elezioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna. Riflessioni Libera13

Le elezioni regionali in Calabria e Emilia Romagna, ancora una volta hanno dimostrato quanto siano false le “democrazie liberali”, considerando che il Pd e compagni ha perso clamorosamente l'amministrazione della regione Calabria, conquistata il 23 novembre 2014 con 490.229 voti pari al 61,47%, un risultato eclatante, anche perché il candidato presidente del centro-destra si era fermato al 23,56% dei voti. Un risultato che le elezioni del 26 gennaio ha ribaltato visto che il centro-destra ha eletto Jole Santelli presidente della regione Calabria con il 55,29% mentre il candidato del Pd dopo cinque anni di governo si è fermato al 30,14%. Una grande e bella sconfitta. Ma a sentire gli organi d’informazione le elezioni regionali di inizio 2020 sono state un successo per il Pd.
Nei fatti dopo il successo del centro-destra in Umbria queste elezioni  sono state, specie in Emilia Romagna le elezioni della la paura, paura della sconfitta. Sconfitta che in quella regione era impossibile anche dopo il risultato elettorale deludente delle europee dovuto alla scarsa affluenza ai seggi, prima ancora che il successo della Lega.

Vedi riscontro tabellare
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Nonostante questi dati il Pd in Emilia Romagna ha sollevato l’intero popolo dei traditori. Traditori chiamati per dare uno scossone agli emiliani romagnoli. A questo scopo si è riesumato, il solito, pericolo Fascista e della Lega salviniana.
La campagna d’odio contro il presunto Fascismo ha preso forma sotto la sembianze delle sardine, finanziate chi sa da chi, se no dal Pd, i nuovi partigiani o meglio i traditori si ritrovano in piazza a vociare “Bella ciao”, traditori che  divengono subito l'emblema del candidato presidente del Pd Bonaccini, Questo strumento di odio viene immediatamente rappresentato  agli italiani, dai solidi giornalai, come il miracolo che salverà i sinistri. Intanto i sondaggisti dettano la linea utile ad incardinare lo scontro, pur sapendo che non ci sarebbe stata partita, considerato che la destra non poteva sconfiggere il candidato dei sinistri.

Le sardine in Emilia  Romagna non solo  dovevano manifestare nelle piazza, dovevano controllare con chi parlava il vicino di casa, se si era recava al seggio e riferirlo al capo dell'amministrazione il quale, da sempre,  ha il potere di vita su tutti i cittadini che vivono del loro lavoro. Guai a loro! Clientelismo e servilismo nella regione sono una sola cosa.
Lo scrutinio conferma quanto preannunciato durante la campagna elettorale, alla farsa si da fine già alle 10,00 del mattino del 26 gennaio, quando si vocifera di un exit poll  che assegnava la vittoria al sinistro candidato Presidente uscente. Una vittoria di misura, che si è voluto spettacolarizzare per rafforzare l'ormai sconfitto, a livello nazionale, sinistrismo.

Se questa è una vittoria da vantare!
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Lasciamo giudicare la viltà degli organi di informazione a quanti ci leggono.
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